La sala raccoglie testimonianze eterogenee, relative alla formazione dell’artista.
Dai primi disegni di animali e paesaggio, realizzati sotto l’attenta guida del pittore Daniele de Strobel nella sua villa a Vignale di Traversetolo; agli studi accademici riferibili all’alunnato presso il Regio Istituto di Belle Arti di Parma, dove Brozzi compì in tre anni, dal 1903 al 1905, il corso (di regola quinquennale) sotto la guida di Cecrope Barilli; agli sbalzi di ispirazione classico-rinascimentale realizzati negli stessi anni per mantenersi agli studi su commissione di antiquari locali; ai primi saggi del corso di perfezionamento seguito a Roma, grazie ad una borsa di studio di 300 lire accordatagli dal Comune di Traversetolo, presso la Scuola di Nudo e la Regia Scuola della medaglia istituita dal Ministero del Tesoro nel 1907 e annessa alla Regia Zecca. La frequenza di questa specifica scuola di alta specializzazione, di cui Brozzi superò il primo concorso di ammissione bandito nel 1909 risultando idoneo con soli altri cinque allievi, oltre ad affinarne la tecnica, contribuì ad incanalarne la naturale esuberanza inventiva verso formule di maggiore forza di sintesi.
L’eco dei successi ottenuti nel campo del cesello a sbalzo e in ambito numismatico può essere colta ammirando sia le foto dei due Piatti in argento dall’ornamentazione floreale pienamente caratterizzata in senso liberty che gli valsero il Gran diploma d’Onore all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906, sia le numerose monete e medaglie esposte, fra le quali si segnala il rovescio della moneta da 10 centesimi coniata in rame a 950 millesimi nel periodo 1919-‘37 del Regno d’Italia, con il motivo simbolico (ma efficacemente allusivo al risparmio) dell’ape che trae succhi da un fiore avaro come il papavero, vincitore del concorso bandito nel 1919 dalla Zecca per rinnovare tutti i tipi dei pezzi in metallo.
La spiccata predilezione per la musica, documentata anche dalla cospicua raccolta di spartiti e libretti d’opera conservati nella biblioteca personale e dalle testimonianze che vogliono l’artista occasionale suonatore in feste pubbliche e cerimonie private, insieme col padre Igino e con Secondo Mattioli professore di contrabbasso, trova conferma negli svariati strumenti musicali a corda (chitarre, violino, mandolino) e ad aria (flauto traverso) ospitati nella grande vetrina a muro.