121 tra Lettere e Telegrammi

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CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Telegramma 4, p. 6

[Telegramma] da Milano, 20/05/1921

Gabriele Dannunzio – Gardone Riviera

Pronto disegno coppa occorrendo subito porterò [?] domani

attendo risposta Galleria Pesaro. Manzoni 12 Milano.

Brozzi




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 6, p. 7

Illustre Comandante.

Il suo battaglione Orfico componente la meravigliosa Orchestra Toscanini, prima di separarsi dall’insuperabile maestro, desidera lasciare un segno di testimonianza d’affetto e di riconoscenza al duce, che con tanta valentia li ha portati attraverso il mondo da trionfo in trionfo.

Per rendere più espressivo e più solenne questo dono questi si rivolgono a me acciocché preghi Lei, a loro nome, di illuminare col suo faro di sapere, il povero artefice, con una di quelle sue genialissime trovate o con qualche motto che solo Lei sà così bene scaturire con impeccabile originalità.

Le sono sin d’ora tutti riconoscentissimi. Immagini il piacere che procurereste a me ed alla gioia del maestro.

Parto oggi istesso per Roma: potrà farmi sapere per mezzo dell’amico Lauro il suo pensiero.

Perdoni il mio ardire.

Ringraziando infinitamente voglia gradire i miei saluti affettuosi.

Suo Dev.mo Obb.mo

Renato Brozzi

Parma 30 maggio

1921




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 10, p. 11

Caro Maestro

Lavoro intensamente e spesso penso a Lei mio animatore.

Mi duole di non potere mandare oggi per mezzo dell’amico Lauro nessun saggio dei nuovi lavori che ho in corso; ma quanto prima sarà esaudito il mio ed il suo desiderio.

Ringrazio infinitamente del suo costante affetto che con più segni e colle sue mirabilissime parole mi dimostra.

Chieggo scusa del mio silenzio prolungato. Ma Ella spero mi avrà compreso ed intuito egualmente tutto il mio amore e tutta la gratitudine che ho per Lei –

Da alcuni giorni mi è giunto l’avviso di ritirare i dieci quintali di bronzo che Ella à chiesto colla lettera che io consegnai a S.E. il Generale Diaz. – Colla maggiore sollecitudine S.E. s’è adoperato per mettersi a disposizione dei suoi desideri – Come dimostra, domani andrò io istesso col fonditore a ritirare il metallo che terrò in deposito presso alla fonderia, in attesa dei suoi ordini –

Da Traversetolo, il sindaco del paese, amici ed associazioni diverse, patriottiche, mi tempestano di preghiere accioché rivolga viva preghiera per il suo intervento, allo scoprimento del ricordo ai nostri morti.

Ma non oso fare nessuna preghiera a Lei – specie di questo genere… Solo ardisco sollecitare e chiederle .. se posso sperare, nella epigrafe da Lei promessami più volte, perché senza di essa sarebbe diminuito di molto, il valore del modesto segno innalzato per il grande sacrificio dei nostri fratelli. Tutto è pronto da tempo e non si attende altro e tutti ansiosi aspettano.

Voglia perdonarmi e gradire i miei saluti affettuosi. Suo dev.mo

Obb.mo

R. Brozzi

Roma – 5 Marzo

1923




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 12, p. 14

Mio Maestro e mio Comandante.

Le ho spedito già da tempo il disegno per la coppa di Salò, per mezzo plico racc. perché l’avvocato Lauro si trovava assente da Roma.

Come vede mi sono messo appena giunto al mio studio, all’opera, ed ora che sono in possesso della magnifica epigrafe, sospirata… i lavori succederanno uno dopo l’altro. Quanto prima spero di potere inviare alcune prove del lambicco di Cargnacco.

Sono stato dal Generale Diaz e ringrazia tanto della sua gentile e generale collaborazione per la sua plachetta. Ha pure dato ordine di rifornire gli altri due quintali del bronzo che ci furono trattenuti.

Voglia gradire i miei saluti ed un abbraccio dal suo Dev.mo

R. Brozzi

Roma. 29.III 923




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 15, p. 17

Carissimo Maestro,

Le spedisco per mezzo corriere espresso la testa in bronzo della mia Vittoria, come le avevo promesso quando fui ultimamente da Lei.

Troverà un qualsiasi angolo nel suo incantato giardino per collocarla.

Ho qui i dischi d’argento per i suoi undici piatti che pur troppo ancora non ho fatto, ma, quanto prima saranno anche questi ultimati.

Dal mio paese mi avvisano che l’inaugurazione del monumento è già stata fissata per il 27 Maggio. Io dovrò andare lassù qualche giorno prima per disporre ogni cosa, e precisamente nei primi giorni della settimana entrante.

Vorrei fare una scappata a Gardone, ma siccome so, che Ella è in ristretta clausura non vorrei disturbarla. Sappia però se nel caso avesse bisogno di me, sarò ben felice di avere una sua chiamata.

Il Comitato pró monumento nel diramare gli inviti ha creduto bene invitare un rappresentante del Governo e precisamente nella persona di S.E. Onorevole Finzi.

Mi dicono che ancora nulla abbia risposto. Io non ho il piacere di conoscerlo, ed i miei conterranei si rivolgono ancora a me perché trovi il modo di fare raccomandare questa loro preghiera.

Il desiderio mio e quello di tutti quanti, sarebbe di vedere Lei per quel giorno, davvero allora memorabile ma, francamente, benché conosca il suo animo, non oso chiedere simile cosa. Ella ha fatto troppo più di quel che non avrei sognato; orgogliosi quindi siamo della bella fortuna.

Ma ora oso chiedere a Lei, di fare preghiera a Sua E. Finzi ad indurla ad accettare l’invito per quel giorno.

Mi perdoni e voglia gradire i miei saluti affettuosi ed un abbraccio

Suo Dev.mo Obb.mo

Renato Brozzi

Roma. 19. Maggio

1923


CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 17, p. 18

Carissimo Maestro

Ho terminato di sbalzare gli undici piatti suoi. Non mi resta che di piegare e di battere il bordo tutt’attorno.

Prima però desideravo che Ella ne vedesse alcuni. Ne consegnai tre o quatto all’Avv. Lauro sino dalla settimana scorsa, ma ieri seppi che ancora non era stato da Lei.

Anche il modellino in plastica della Coppa di Salò è pronto.

Desidero sapere se vuole mettere qualche suo motto o qualche dedica, prima che io la getti in argento.

Forse – sarà bene – perché Ella veda, che io nel portarle i piatti ultimati, le porti anche il modello in gesso della coppa.

E della riproduzione della figura della Vittoria Angolare – vi

ha rinunciato?

Mi faccia sapere qualche cosa, così anch’io lavoro meglio.

Per la coppa ho anche avvertito il prof. Antonio Duse.

Voglia gradire i miei saluti affettuosi e tutti gli auguri per la

sua salute.

Suo Devoto

Renato Brozzi

Roma 31. Agosto

1923




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 20, p. 21

Carissimo Comandante.

Non avendo ricevuto stamane nessuna chiamata, penso che Ella non abbia più nulla da dirmi; e per non importunarla oltre, oggi stesso partirò alla volta di Parma.

Grazie della lettera di ieri sera e del contenuto. Qui unito troverà una semplice ricevuta di tutto ciò che Ella mi ha versato; ma se occorrerà un’altra in piena regola, non farò che ripeterla.

Riguardo al modellino della Coppa non occorre che Ella me la rispedisca, perché questa non è che un calco.

Gradirò sapere che cosa poi dovrò fare.

Voglia gradire il mio saluto i miei ringraziamenti ed il mio augurio che Ella possa trovare quella pace così indispensabile al suo lavoro

Sempre con fede e ammirazione

suo

Renato Brozzi

Gardone

29 –sett.

1923

Ho ricevuto da Gabriele d’Annunzio nell’Aprile 1923 la somma di L. 1.500 per una parte dell’argento adoperato negli undici piatti francescani da me eseguiti e L. 15.000 per la ricompensa del mio lavoro

Renato Brozzi

Gardone

28 –settembre

1923




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 24, p. 23

Mio caro Comandante

Sento che quello che sto per fare non è altro che un nuovo tormento, che io aggiungo agli altri, infiniti, della sua luminosa giornata. Perciò le domando scusa se la importuno ma confido nella sua smisurata bontà e della sua squisita accondiscendenza dal volermi comprendere e perdonare.

Il Cav. Uff. Luigi Vaghi, valentissimo fotografo della mia città di Parma, m’è venuto a trovarmi sin qui, a Villa Strohl – Fern…

La ragione è che questo Signor Vaghi desidererebbe avere da Lei il permesso che, Ella le concedesse un attimo del suo prezioso tempo, per posare davanti al suo obiettivo fotografico, se questo, naturalmente, non le portasse troppo disturbo… Quando crederà e vorrà Lei –

Approfitto della venuta a Gardone del Signor Vaghi per darle notizia dei lavori in corso per Lei; per chiederle la dicitura della coppa di Salò, già in fusione, e per mandarle N° 9 disegni che in questo frattempo ho preparato, dei nuovi piatti francescani; accioché Ella veda e voglia pensare ai motti.

Intanto io continuo a prepararne altri, con soggetti più propizii e più aderenti allo spirito francescano.

Mi conservi sempre la sua preziosa e buona amicizia e voglia gradire unitamente alle mie scuse i miei saluti devoti

suo Obb.mo

Renato Brozzi

Roma 7 – Febbraio 1924




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 33, p. 30

Mio Comandante.

Le mando i due piatti d’argento d’orato, approfittando dell’amico Maroni che ho incontrato a Roma.

Stò studiando i motivi delle due posate, ed appena pronte verrò io stesso per trattenermi un poco vicino a Lei come ebbe a dirmi, per continuare assieme, i disegni dei piatti francescani.

Voglia gradire i miei saluti e l’espressione sconfinata della mia

ammirazione sempre maggiore.

Suo servo Devoto

R. Brozzi

Roma – 29 – sett.

1924




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 34, p. 30

Mio Comandante

Le mando una prima prova del lambicco per la sua Ceresella.

Come vede non è riuscito ancora come voglio perché manca ancora le iscrizioni attorno al piede, il tono del frutto che non è abbastanza vivo – ed incompleta la confezione del tappo.

Ora dovrò rivedere il modello per le altre e, nel caso, rifare la testina del fraticello dandogli una espressione più gioconda.

Questa riproduzione è di terra comune, facendola di Cavolino puro dovrà riuscire meglio.

La Coppa del Liutaio è già ultimata e colle sue iscrizioni è diventata più armoniosa. Non mi resta che fare le dorature.

Verrei molto volentieri per un poco di tempo vicino a Lei se ha da ospitarmi alla Villa Maona, per eseguirle i disegni che Ella mi ha parlato. Ma siccome, mi trovo ora in quello stato di grazia che Ella ben dice… Non vorrei perderlo e desidererei quindi che Ella mi facesse lavorare subito al mio arrivo.

Lauro le parlerà di una mia certa faccenda che mi è capitata, e se sarà possibile del suo aiuto.

Spero che i piatti d’argento inviati da Giancarlo Maroni abbiano superato l’impressione data dalle brutte fotografie che le ho mostrato.

Voglia gradire il mio saluto affettuoso e reverente

Suo Obb.mo

Renato Brozzi

Roma 27 ottobre 1924




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 35, p. 32

Mio Comandante.

Ieri sera fui chiamato a Palazzo Chigi, ed ebbi la gradita sorpresa di un mutamento radicale, al riguardo dell’incarico che io ebbi nell’Agosto scorso, già noto a Lei.

Non sò dirle la mia riconoscenza e gratitudine, per la presentazione che Ella ha voluto farmi. Il risultato fu inaspettatamente strepitoso.

Il Marchese Paolucci de Calboli presidente della Commissione, mi incarica nel ringraziare Lei per i preziosi consigli che a dato di dirle, che il suo interessamento oltre ad essere particolarmente gradito lo onora altamente, e di porgerle i suoi devoti Ossequii.

Intanto qui unito le faccio vedere un piccolo [di]segno per il cofano della Coppa di Gasparo.

Ho provato e tentato in mille maniere, credo questo sia il più adatto, tanto per costruirlo, come per l’uso. Ad ogni modo, a Lauro dirà le sue impressioni.

Mi permetto anche di unirci alcune fotografie di coppe, che io eseguii questa estate per incarico dell’antiquario Grassi di Firenze, in occasione del matrimonio di sua figlia.

Oso fare questo, perché veda, non potendo mandare l’originale.

Mi perdoni se sono così semplice con Lei, così privo di frasi per dimostrarle tutta la mia gratitudine, tutta quanta la mia ammirazione ed affetto, ma vorrei potere almeno, saltellare come sento col mio lieve martellare della mia mazzetta…

Voglia accettare il mio saluto ed il mio augurio, con ossequio

Dev.

R. Brozzi

Parma 14 – Nov.

– 1924 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 36, p. 33

Mio Comandante.

Permetta che unisca ai mici auguri di buon lavoro per il nuovo anno, anche questi due fagiani. Come sono. Ne grassi ne magri, ma che anno un determinato scopo decorativo.

Se piacerà a Lei e se troverà posto nella sua Casa, sappia che di questo formato ne tengo altri cinque con soggetti diversi, tutti a Sua disposizione.

Buon fine e buon principio d’anno e tanti saluti.

Sempre devotissimo suo

Renato Brozzi

Parma 30 Dic.

-1924-




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 39, p. 35

Carissimo Comandante.

Le invio queste fotografie, non perché abbia una idea esatta del cofano, perché qui non è reso; ma perché sappia che da tempo è terminato ed in attesa…

Ho rifatto per Lei una riproduzione della coppa, come Ella ebbe a dimostrarmi più volte il suo desiderio, ed è precisamente quella che vedrà fotografata nell’astuccio.

La vedo ristabilito della lieve indisposizione toccatagli e pieno di energia per la sua mirabile vita.

Voglia gradire i miei saluti ed auguri di buon lavoro.

Suo Devotissimo

Renato Brozzi

Roma – 24 Giugno

1925




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 42, p. 36

Mio Caro Comandante

Le spedisco alcune fotografie dei miei appunti e studi fatti a Terracina, ma principalmente per i due segni che ho potuto afferrare del magnifico Toro che ebbi a parlargliene quando fui al Vittoriale ultimamente.

Ho voluto unire anche altre per riempire maggiormente la busta, e per dimostrarle ancora la mia devota ammirazione.

Avevo preparato da tempo quattro patere in rame sbalzato e fatte decorare come Ella desiderava: molti giorni or sono speravo di consegniarli a Gabriellino ma, non ho più veduto nessuno.

L’avvocato Lauro mi manda il suo uomo e mi fa sapere che questa sera parte un corriere per la volta del Vittoriale: io approfitto e glie li consegno.

Dall’avv. stesso ebbi l’altro giorno in consegnia, i due piccoli Elefanti con il relativo motto che già io ho composto in questa guisa: il primo nell’atto della corsa, il secondo nell’atto dell’arresto, dando tanto nell’uno che nell’altro, l’espressione del sommo vigore.

Mi metto subito al lavoro per iscavarli e spero prestissimo mandarglieli.

Procuri intanto di far fare al fratello Maroni, l’adattamento architettonico dello sperone della nave Puglia acciocché io possa avere la pianta precisa, per incominciare a preparare la cera per la fusione in bronzo della Vittoria diversamente non potrò mai incominciare.

Voglia gradire i miei saluti e i miei auguri vivissimi per le prossime feste Natalizie e la mia espressione sincera devota dal suo umilissimo – sia pure cogniominato F.T.V.T.

Renato Brozzi

Roma – 17 – Dicembre

1925

da Villa Strohl – Fern




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 43, p. 38

Mio Carissimo Comandante.

Da Gabriellino l’altra sera, le ho mandato i due timbri dall’Elefante che un tempo mi consegnò l’Avvocato Lauro.

Contemporeamente, prendendo dal medesimo motivo, feci questi tre disegni, volendo trovare una linea più armonica e più architettonica.

Glie li mando ora, perché almeno sappia che io non lo dimentico.

Unisco anche queste fotografie di grandi medaglioni, dei quali tengo i modelli nel caso a Lei le fossero utili per riprodurli nel bronzo.

Stò lavorando ora attorno alla sua grande tartaruga, e sebbene nel periodo del letargo, la sua cammina…

Insisto sempre per il disegno promesso della pianta, per la sistemazione della Vittoria da collocarvi sotto la Nave Puglia acciocché io possa lavorare con più sicurezza, e anche di volermi mandare un acconto per le spese che io ho avuto e per quelle che avrò in seguito per la fusione.

Mi perdoni del mio ardire, ma come Ella ben sà, sono sempre pur troppo, l’artista senza un soldo, pur sgobbando da mattina a sera, da non permettermi sostenere forti spese.

In attesa le mando tutti i miei saluti e l’espressione profonda della mia devota ammirazione.

Suo

Renato Brozzi

Roma -1- Febbraio

-1926-

Villa Strohl – Fern




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 48, p. 42

Mio Carissimo Comandante.

L’avvocato Salvatore Lauro mi ha consegnato il plico gonfio di ossigeno che la sua sempre amabile cortesia a voluto inviarmi, per il bene del mio spirito e per la materia greggia…

Le accuso quindi ricevuta delle 10.000 lire, ringraziandola vivamente. Potrò così, senza indugio, mettere mano a tutti i lavori che tenevo sospeso, inviandoli al più presto che mi sarà possibile.

Ho in fusione molte cose che intendo inviarle e così la famosa Vittoria per la prua della Puglia; se avessi avuto a suo tempo (da me richiesto più volte), l’angolo della nave, non solo sarebbe pronta, ma già da vari mesi sarebbe al Vittoriale.

Stà bene che non sia definito la sistemazione della base; che ancora manchi il pezzo della corazza della Viribus da collocarsi sotto; ma siccome penso che il medesimo grado dell’angolo della nave dovrà, logicamente essere uguale anche nella sistemata base, non vedo difficoltà per la collocazione della Vittoria, all’angolo da crearsi.

Presto avrà l’anello col cuore rosso. Ho finalmente trovato un bravo tagliatore di pietre, così potrò avere un buon rubino aggiustato, come lo richiede l’anello con la minima spesa e con l’effetto desiderato.

La Turca Mihri passò dal mio studio ieri ed è rimasta lusingatissima ed orgogliosa, sapendosi ricordata così da Lei del quale, sente un indimenticabile ricordo di tutte le gentilezze squisitamente grandi.

Come Artista è un poco offesa e crucciata per la mancata posa….

Vado ora da Lei perché mi deve consegniare un plico per Lei come omaggio e segno della sua profonda devozione.

La saluto caramente augurandomi di vederla presto

suo Devotissimo

R. Brozzi

Roma 4 sett.

1926 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 49, p. 43

Mio Carissimo Comandante

L’altra sera passando da Gabriellino per avere notizie della sua salute seppi che si trova a Roma il Capitano Manzutto. Sono due giorni che vado cercandolo ma sin d’ora non sono riuscito trovarlo.

Ho qui da mandare al Vittoriale alcune cose fra le quali il bronzo delle Aquile undici paia di gemelli coll’ Elefante più un minuscolo bozzettino in cera bianca, perché veda la linea del gruppetto ed anche perché sappia se ho inteso il soggetto, cosi vivo nella sua descrizione dell’anno scorso.

Non troverà la potenza idilliaca del Bertoldo – ma un tentativo del movimento; spero di ritrovarla nel modello al vero.

Ho pronto anche due anelli coll’aquila dal cuore rosso, uno eseguito in oro l’altro in argento, ma questi per il momento stanno incastonandoci il rubino. Glieli spedirò per mezzo posta.

Se poi ne vorrà degli altri ne ho fusi già altri due oro ed argento.

Ora scendo in città alla ricerca di nuovo del Manzutto e mi auguro questa volta di essere più fortunato.

Voglia gradire i miei auguri vivissimi per queste feste – ed i miei saluti affettuosi.

Suo Umilissimo

R. Brozzi

Roma 20 Dic.

1926




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 51, p. 46

Carissimo Comandante.

Sono troppo confuso e troppo stupito del suo immenso plico che Ella mi invia da Passafaro Eugenio e non posso ora che ripetere la semplice frase del grazie – Mi perdoni..!!

Consegno dunque il bronzo gli undici gemelli il minuscolo bozzettino in cera e l’anello d’oro dal cuore rosso, l’altro d’argento, non ancora pronto per causa dell’incastonatura della pietra, glielo manderò con un’altro d’oro che stò lavorando con l’apertura più grande di questo.

Verrò presto a cavallo della testuggine. Sarei venuto prima: la stessa testuggine mi ha trattenuto.

Ella mi comprende…

Con orgoglio le rinnovo l’abbraccio e l’augurio per il prossimo anno il Suo

Dev.mo

Renato Brozzi

2 Gennaio 1927.

da Villa Strohl-Fern –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 52, p. 46

Mio Carissimo Comandante

Non ho saputo rispondere alla sua lettera inviatami dal suo fido Passafaro; ed ancora non sò dire non sò fare… Ma, voglio che Ella sappia il prodigio che hanno saputo compiere le sue parole sul mio spirito, rinnovando tutto il mio entusiasmo, la mia energia, il mio amore al lavoro intenso.

Mi occorreva un poco del suo soffio animatore un poco della sua fede, un poco del suo contatto per ritrovare la luce,… la vita.

Come vede, le invio alcune fotografie della testa di Vittoria che tiene nell’Arrengo ed approfitto unire anche altre di acenni e di studi miei; non per farle ricordare che stò tutt’ora nell’attesa delle misure dell’angolo della Nave Puglia, ma per mandarle un campione di buona fotografia.

Troverà anche una fotografia di disegni di anelli che io, mi sono divertito a comporre nel caso ne trovasse qualcuno buono, manderei i disegni più leggibili.

Ho consegnato da vari giorni alla Principessa Donna Maria, l’anello del Cuore rosso; questo in argento e oro.

Glie ne ho preparato un altro, tutto d’oro come il primo, di misura diversa, che ci ho già consegniato all’operaio per la montatura della pietra e per questa settimana sarà pronto. Se non manderà nessuno a ritirarlo lo spedirò. Ma poi mi sappia dire se d’argento così vanno bene accioché io possa con maggior tranquillità prepararne altri.

Le occorrono altri Elefanti… d’oro?

E quale la quantità?

Ho preparato anche la spilla col Gallo. Spero prestissimo mandarne un esemplare. Intanto la tartaruga stà spuntando le ali e presto verrà a posarsi sul Vittoriale.

Questa mattina ebbi una visita di Mikri, la Turca, ansiosa di sapere notizie di Lei. Mi tempestò di domande per sapere se il dono inviato a Lei per mezzo mio e pel tramite dell’avvocato Lauro fu accolto con piacere. Credo stia per lasciare l’Italia per l’America, vorrebbe sentire prima qualche sua parola buona! Che le debbo dire?

Nell’attesa le mando i miei saluti affettuosi e devoti Suo Obb.mo

Renato Brozzi

Roma – 30 Gennaio

1927




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 58, p. 52

Mio carissimo Comandante

Questa volta non ho voluto attendere il suo messo, e sabato scorso le ho spedito come campione assicurato alcuni esemplari della spilletta col gallo.

Ora Ella mi faccia sapere se le piacciono, e quante centinaia gliene devo far preparare.

Il prezzo non può essere superiore alle cinquanta lire; compreso conio, oro, fattura ecc.

Per giustificare la fermata di Ciampino, le unisco alcune fotografie di un Gladio che ho eseguito con grande premura e ristrettezza di tempo, per i mutilati Italiani al Re del Belgio.

Se avessi avuto maggior agio, certamente avrei fatto meglio; ma anchio ero legato alla data fissa, che per chi deve operare è l’incubo continuo.

L’oggetto è tutto d’argento, con dorature oro e pietre colorate, come l’amatiste che si vede inserita fra le due teste d’aquila e una Corniola che fa pomo alla impugnatura.

Le fotografie che unisco le diranno meglio.

Presto le manderò anche alcuni anelli dal cuore rosso. E dei gemelli ne ha bisogno? Debbo pensare anche a qualche astuccio per la spilla?

In attesa le invio i miei saluti affettuosi e devoti.

Suo umilissimo

R. Brozzi

Roma 11 – Maggio 1927




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 60, p. 53

Mio Carissimo Comandante –

Dopo il mio telegramma spedito a Lei, non ho veduto a comparire nessuno per ritirare i diversi oggetti in oro in argento che le ho preparato.

Il mio desiderio è di farglieli avere al più presto possibile, perciò ho chiesto più volte all’Avvocato Lauro, se aveva occasione di venire al Vittoriale o chi per Lui poteva farmi questo piacere.

Spero non le mancherà il modo di mandare qualcuno a Roma e così la prego nuovamente di farlo passare anche da me.

Le invio, come vede, una fotografia di un modello per una statua di Vittoria che ho modellato in questo ultimo periodo per un paesetto nel Leccese, Casarano vicinissimo a Gallipoli e un dettaglio a guisa di cartella che ho adossato al basamento, posto indicato per la dedica.

Mi perdoni se la disturbo. Con questo lavoro, non è perché io pensi gran che di questa mia ultima fatica, ma per farla vedere che procuro sempre di non arrestarmi, anche se proverbialmente cammino come la tartaruga.

Voglia perdonarmi e gradire i miei saluti devoti

Suo Renato Brozzi

Roma 6, Agosto

– 1927 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 65, p. 56

Mio Carissimo Comandante

Voglia perdonare il mio ardire se vengo a seccarla, a distoglierla dal suo grande lavoro, dalla sua grande e sorprendente officina di sapere, di potenza, di esempio.

Perdoni dunque se la facevo scendere fino a me.

Le invio alcune fotografie di un ultimo mio lavoro commessomi dall’Artigianato Italiano da offrire in dono a Romano Mussolini.

È una culla e questa culla doveva dire molte cose…

Ho fatto il mio meglio, anche dato il tempo che avevo a disposizione. Ma più di tutto ho cercato nel creare l’oggetto, di dire una parola nuova e antica. Non il moderno intero, come si vorrebbe ai giorni correnti da copiisti di 2° o terzo ordine… truccatori della loro impotenza, creando una perfetta confusione dell’antico col nuovo, scambiando ogni valore ed ogni punto di riferimento; ma un segno della nostra grandissima tradizione.

Siccome sò che intende ogni musica, spero vorrà gradire questo flebile suono.

Le unisco anche questa insalata di concetti, che ho dovuto attenermi e che non mi ha giovato troppo alla mia fantasia.

Ho qui un mirabile getto di bronzo della testa dell’aquilotto, fattomi dal mio fidato fonditore Abruzzese, e io non sò per quale forza strana io abbia pensato di mandarlo a Lei. Più volte mi sono ribellato a questo pensiero, ma ora non so più resistere e glie lo invio così, come è uscito dalla fusione.

Penso che solo Lei abbia capito la potenza di questo animale – non ancora tradotto plasticamente – ma così vivo e così potente nella sua similitudine del suo Alcione.

Dei suoi lavori che ho qui avviato non glie ne parlo, perché ora mai è giunto pensi il momento di portarli.

La mia prossima apparizione sul lago sarà dunque.,, colla famosa tartaruga.

Voglia gradire i miei saluti devoti affettuosissimi dal suo

R. Brozzi

Roma – 28 – I – 1928




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 66, p. 59

Mio Carissimo Comandante

Le mando per mezzo del Comune amico On. Guerci la testa di Aquila in bronzo e un anello d’argento e oro dal cuore rosso.

Ne ho pronto altri due ed in lavorazione tre in oro, per questi, potrà mandare a ritirarli per la fine della settimana.

La fusione della Vittoria Navale è riuscita meravigliosamente bene.

Sarà al Vittoriale per la fine del mese. Ho già scritto a Gian Carlo Maroni per le disposizioni riguardo la spedizione.

Io verrei poi, al Vittoriale colla Tartaruga.

L’amico Carissimo Onorevole Guerci le dirà tutta la mia ammirazione il mio affetto

Salutandola mi creda

Dev.mo

R. Brozzi

Roma – 17. Marzo

1928




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 68, p. 60

Mio Carissimo Comandante –

Le mando due fotografie della sua Tartaruga per dimostrarle che mossasi da Ciampino è finalmente giunta a Desenzano in attesa della sua approvazione, per raggiungere al più presto il Vittoriale.

Ho accennato al Cartiglio che ho collocato e composto sullo scudo di centro della carapace; se a Lei così piacerà!

Attendo però questa volta, una sua affermazione prima di dare al fonditore la parte modellata.

Ed in attesa le mando tanti Saluti e l’espressione immutata della mia devota Ammirazione

Suo

Renato Brozzi

Roma – 27 – Giugno

1928 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Telegramma 69, p. 61

[Telegramma] da Roma, 2 luglio 1928

Gabriele D’Annunzio – Gardone Riviera

La tartaruga impaziente attende un suo cenno per passare il lago STOP Devotamente saluto

Brozzi




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Telegramma 70, p. 61

[Telegramma] da Roma, 4 luglio 1928

Gabriele D’Annunzio – Gardone Riviera

Urge suo immediato diretto energico intervento telegrafico per salvare magnifico porticato beccherie Parma che diversamente sarà demolito con grave scandalo per la città del Correggio di Verdi.

Devotamente

Renato Brozzi




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 80, p. 69

Mio Carissimo Comandante

Ho applicato sul posto, il motivo delle frecce come Ella mi ha descritto, nella sua lettera del 2 scorso, abbozzando il motivo con legno e Plastilina. Così ho avuto campo di armonizzare meglio il tutto.

Manca ancora l’intreccio di nastri per il motto.

Desidererei tanto che Ella vedesse questo abbozzo per poter continuare e completare…

Ma oggi undicesimo anniversario di una delle sue tante gloriose imprese di Guerra, penso non mi mancherò l’occasione di vederla, (magari sulla Nave).

Io sarò sotto al mio posto di lavoro.

Grazie di tutto! Non mi peserà più il bronzo della Vittoria.

Il colpo d’ala che Ella mi ha dato mi ha risanato e riportato nell’atmosfera necessaria per lavorare bene.

Non appena a Roma le manderò subito tanti Galletti farò gli anelli Aquilini e gli astucci, portasigarette.

Per ora i miei saluti devoti ed umilissimi

dal Suo

R. Brozzi

4 ott.

1928




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 82, p. 71

Mio Carissimo Comandante

Le Saette attendono Vulcano…

Verrà oggi alla Nave per vedere quel che le ho combinato?

Vi spero molto, intanto voglia gradire i miei saluti devoti

Umilmente Suo

R. Brozzi

8 – Ott

1928




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 87 , p. 74

Mio Carissimo Comandante

Se avessi immaginato che proprio in questi giorni aveva caro avere qualche spilla (dal Gal d’or) avrei spedito il pacco, magari per mezzo posta.

Da tempo ne tenevo pronte nella loro scatola N.° 25 e nell’attesa dell’occasione di inviargliele sono cresciute di altre 25; cosi ho consegnato il tutto N.° 50 a Giovanni Rizzo, che questa mattina mi capitò a Villa Strohl-Fern con la sua carissima lettera.

Spero di venire presto al Vittoriale colle frecce brunite. Ora lavoro ancora attorno ad esse. Ho dovuto rifarle completamente in gesso, rendendole più complete che non erano in plastilina. Ma le casse da Gardone non arrivavano mai, ed ecco il perché del mio ritardo.

Sono spiacente di non potere unire altre cose che ho in lavorazione, come porta sigarette d’argento, che questa volta ho voluto dare nuove interpretazioni di alcuni dei suoi simboli, dei suoi motti. Proprio oggi ne ho terminato uno, ma ho piacere mandarlo assieme agli altri non appena pronti.

Glie ne invio uno d’oro se le facesse caso, diversamente lo ritirerò.

Le farò fare anche i bottoni dall’Elefante e terminerò gli anelli aquilini che ho qui anchessi in lavorazione.

Vedo nella sua descrizione la statuetta d’Angelo dalle braccia levate colla bomba protesa e dalle ali utilizzate a guisa di velivolo.

Sono un poco confuso e lusingato per il pensiero che ha avuto di pensare a me per simile compito.

Metterò tutta la mia buona volontà ed esperienza per fare un opera degna.

Questa mi servirà per portare al più presto possibile la faretra al Vittoriale per parlare assieme ed anche per informarmi del posto e del compito [cui è] destinata.

Ho qui da tempo un secondo sonetto in risposta alle sue espressioni, quando per mezzo mio fece avere a Giovanni Casalini l’insegna del Cav. del Gal d’Or e siccome è la prima occasione che mi si presenta sin dall’ora, mi permetta che io lo unisca a questa mia.

Sono felice sentendo che lavora ancora con una potenza si grande, con quella fede e con quell’entusiasmo delle grandi Cose.

Io faccio il mio meglio, ma non basta… Sono però raggiante di gioia egualmente godermi il riverbero che mi illumina e mi infiamma dello splendore del suo Grande Genio.

Grazie dell’augurio; mio sogno costante del povero mio cuore d’artista.

Suo Devotissimo

Renato Brozzi

Roma – 29. Dic.

1928




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 92, p. 78

Mio Carissimo Comandante.

Dopo la sua lettera del 28 Dicembre scorso, quella dalla descrizione dell’Angelo per il Cenacolo dell’Agnolo, scrissi al Maroni per sapere dove poteva essere il posto destinato alla statuetta alata e la sua funzione nell’ambiente che già conosco. Mi sarebbe stato più di aiuto nel preparare intanto qualche bozzetto.

Da pochi giorni ebbi dal Maroni l’attesa risposta. Fra ieri e oggi ho fatto questi disegni che qui unisco, accioché Ella mi sappia dire se cosi, mi sono avvicinato al suo desiderio e magari segniarmi il preferito; nel caso ve ne fossero, per preparare un bozzetto plastico che alla prima occasione porterei al Vittoriale per vedere assieme e per stabilire le proporzioni necessarie, col tavolo e coll’ambiente e per udire dalla sua viva voce il contenuto che vorrebbe dell’opera.

Come Ella saprà, l’Accademia di San Luca, per onorare il suo socio scomparso, si è fatta promotrice della mostra Adolfo de Carolis che si terrà nel palazzo dell’Esposizione di Via Nazionale.

Essa occuperà gran parte dei locali del primo piano, con molta parte di quel materiale ignoto, studi, cartoni per affiches, e parte dei suoi quadri.

Gli amici ammiratori e suoi allievi lavorano tutti accioché riesca questa raccolta una dimostrazione massima, da mettere nel suo vero valore l’Artefice scomparso che continuava col suo lavoro e col suo genio, le nostre più vive e gloriose tradizioni.

Ella più di noi lo conosceva..!

Si stà ordinando il catalogo…

Il Consiglio Accademico, di cui io faccio parte, si è trovato un poco titubante ed imbarazzato quando si è trattato di scrivere a Lei per chiedere, non la preparazione del catalogo, ma un suo pensiero sull’Arte di Adolfo de Carolis, da includere nel catalogo istesso.

Per il bene che ho voluto ad Adolfo de Carolis e per l’ammirazione che ho per la sua Arte mi sono preso la responsabilità di chiederle questo favore; questo suo appoggio, tanto più ambito, tanto più necessario per il successo e per l’affermazione del nostro amico e compagno scomparso.

Sappia che è prossima la data della inaugurazione della mostra.

Attendiamo quindi fiduciosi e se dovrò ancora importunarlo, Lei mi dovrà anche perdonare.

Devotamente la saluto e la ringrazio

Suo

Renato Brozzi

Roma – 21 Marzo

– 1929




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 96, p. 82

Mio Carissimo Comandante –

Da Traversetolo prima di recarmi a Roma, mi sono permesso di fare una punta[ta] qui al Vittoriale, e sò che Ella è tutto preso dal suo lavoro. Non lo voglio disturbare: e nel frattempo che ci sono, col Gian Carlo, abbiamo deciso di sistemare le frecce sotto alla Vittoria.

Ho qui due anelli aquilini glie li mando con i miei saluti ed auguri fervidissimi.

Devotamente

Suo Renato Brozzi

dal Vittoriale –

23 – sett. 1929




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 99, p. 84

Carissimo Comandante –

La Vittoria le Frecce ed io l’abbiamo atteso per sentire e per avere da Lei la sua approvazione.

Só che ora è occupatissimo e silenziosamente, per non turbarlo, lascio la deliziosa valle per raggiungere Roma.

Mi metterò subito al lavoro per mandarle al più presto, gli anelli d’oro che le occorrono.

Mi manderà la misura del suo dito? per il suo anello?

Debbo preparare un poco di spille col Gallo e un poco di Bottoni dagl’Elefanti?

Partirò oggi nel pomeriggio.

Voglia gradire i miei saluti e auguri vivissimi per le sue nuove opere.

Devotamente suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

5 Ottobre

1929




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 101, p. 86

Mio Carissimo Comandante

Finalmente posso inviarle il pacchetto da tempo preparato per Lei, contenente 10 paia di gemelli e venti spille dal Gal D’Or.

Era mio desiderio farglieli avere prima di queste Feste, ma per quanto mi sia rivolto e pregato tutti i Santi… solo oggi mi compare un corriere mandato dal Com. Giovanni Rizzo, che io ben felice, le affido il plico.

Avrei ultimate altre scatole d’argento con altre figurazioni, come quelle che portai io stesso nello scorso Novembre, ma non avendo sentito nulla, non mi sono fidato di continuare.

La penso bene come l’ultima volta che ebbi il piacere e la fortuna di incontrarla.

Voglia gradire il mio augurio di buon lavoro e saluti affettuosi.

Devotissimo

Renato Brozzi

Roma – 3 – Gennaio 1930 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 102, p. 86

Mio Carissimo Comandante.

Ho atteso la sua lettera annunciatami, ma ora sono costretto a scriverle chiedendole un grosso favore.

Vi sono spinto causa ad un ignobile rigiro fatto a mio danno, da un comune amico che mi riservo a voce di rivelare il nome e di raccontarci, il tranello dove sono rimasto vittima.

Ho lavorato per Lei e stò tutt’ora lavorando. La somma che Ella mi ha dato in acconto (l’ultima volta), è già stata superata con i quattro anelli aquilini e le sette scatole d’argento sbalzate.

Ora continuo a farne delle altre e stò lavorando attorno al gruppo del Leone e dell’Arcangelo.

Sono senza un soldo.

Contemporaneamente sto preparandomi anche per fare una mostra personale, per vedere di riempire un poco il vuoto. Quindi ho dovuto fare altre spese.

Ora confido in Lei. Vorrà aiutarmi mandandomi qualche cosa in acconto?

Lei conosce il mio animo; può quindi immaginare lo sforzo che faccio chiedendole questo. Più rasserenato nel suo aiuto e nel suo perdono le invio i miei saluti ed i miei ringraziamenti

Devotamente Suo

Renato Brozzi

Roma – 13 –

II – 930




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Telegramma 103, p. 87

[Telegramma] da Roma, 25 febbraio 1930

Gabriele D’Annunzio – Gardone Riviera

Penso avrà letto mia lettera mi permetto rinnovare preghiera STOP Saluti devotissimi

Brozzi




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 105, p. 89

Mio Carissimo Comandante –

Eccomi subito all’opera per eseguire i suoi ordini.

Solo oggi ho la Coppa delle Aquile e siccome non voglio rinunciare ad inserirvi tutti i sublimi versi sulla Rapidità ho ideato una seconda base in legno nero di Palissandro eguale al legno che qui unisco, dove su di una targa d’argento dorato vi sbalzerò entro i sei versi.

Credo che questa aggiunta andrà a vantaggio alla coppa stessa.

Rimetterò in ordine ogni cosa come la doratura della Controcoppa.

Penserò anche al Cofano. Vi è poco tempo! Proverò.

Le mando N° 3 scatole d’argento sbalzate – N° 2 paia bottoni d’oro – e dieci spille con galletti più altre due ricavate dal disco dell’Elefante – e se vanno bene cosi, potrò farne altre. Bisogna che io lo sappia… però…

Come vede tutto quello che tenevo qui da tempo, e ne avrei preparato altre se la sorte fosse più benigna …. sono da tanto tempo in piena bolletta e rovinato come le scrissi, da un comune nostro amico che mi ha carpito quel tanto che avevo, frutto di tutto il mio lavoro e piccolo aiuto per il mio lavoro, nei momenti necessari.

In un’altra mia lettera le dicevo che a voce le avrei rivelato il nome, ma ora credo, dato la voce di tutti gli amici colpiti non ne avrà più bisogno.

Le unisco altri tre calchi in gesso che avevo preparato con pretesto di potere comunicare con Lei.

La mia mostra personale che ho fatto e che è tutt’ora aperta alla Esposizione degli animalisti al Giardino Zoologico, ha riscosso molta simpatia dal pubblico e dalla critica, mentre materialmente ancora poco…

Non mi perdo d’animo e non mi lasci troppo tempo Lei allo scuro…

Mi perdoni e voglia gradire i miei saluti devoti e auguri di buon lavoro.

Obb.mo Dev.mo

Renato Brozzi

Roma 7 aprile

1930 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 107, p. 91

Carissimo Comandante –

Sono qui di passaggio di ritorno da un viaggio Africano. Só il suo amore per gli Elefanti e mi sono permesso di portarne alcuni.

Unisco un piccolo bronzo di un mio Gattino che non miagola ma implora …

Nella speranza di poterlo vedere le invio il mio saluto affettuoso.

Devotamente

Renato Brozzi

Vittoriale – 28 Giugno

1930




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 109, p. 93

Mio Carissimo Comandante

Dopo il colloquio cosi fraterno di ieri sera, sono scomparsi in me i tormenti e gli abbattimenti dello spirito; mi ha comunicato un poco della sua giovinezza, della sua vigoria, della sua fede. Stasera stessa ho sognato il bel Levriere descrittomi da Lei, scolpito con espressione sfingea a larghi piani sintetici, in pietra assimigliante al Basalto Africano.

Questa mattina mi sono trasferito qui alla Mirabella e oggi abbiamo gustato a mezzogiorno, la frutta mandata da Lei e per fin Gian Carlo l’amaro, si è ben dolcificato…

Penso di fare cosa gradita di unire il conto per il lavoro che ho fatto in questo frattempo per Lei accioché Ella con comodo lo esamini. –

Sono qui in attesa e la saluto Caramente.

Devotissimo

Renato Brozzi

II Vittoriale 1 – Luglio

1930




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 113, p. 97

Carissimo Comandante –

Le rimando il libro di Aquileia. Ho già preso gli appunti necessari e con Gian Carlo ci siamo messi d’accordo nel modo di procedere per dare atto alla sua idea.

Ora ritornerei a Roma, se Ella me lo concede, questa sera stessa; e là, inizierò gli

studi necessari per il veltro.

Se Ella mi permetterà ritornerò ancora più avanti perché desidero modellare grande al vero, per scopo di studio, uno dei suoi robusti cani Danesi.

Appena a Roma saranno eseguiti i Galletti e i Gemelli e le completerò alcune

scatole con Gazzelle ed Elefanti.

Voglia gradire il mio saluto, il mio augurio per il suo lavoro, per la sua giovinezza inimitabile.

Devotamente

Renato Brozzi

II Vittoriale – 17 – VII 1930




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 117, p. 99

Mio Carissimo Comandante –

Le invio un primo gruppo di galletti d’oro. Altri ne invierò fra pochi giorni accompagnati anche dai gemelli dagli Elefanti.

Stò lavorando per Lei attorno alcune scatole e penso sempre al cane che debbo fare.

Conto di venire al Vittoriale nella seconda quindicina di settembre, se Ella me lo permetterà si intende, per fare questa volta sul serio, alcuni studii dei suoi meravigliosi cani e per progettare col Maroni il resto.

Troverà qui unito una lettera dell’Avv. Arturo Santoro, amico e compagnio dell’Avv. Lauro che ha inviato al Capitano Manzutto perché riferisca a Lei.

Nell’incertezza che questo non sia avvenuto mi prega di fargliene avere una copia. Come vede ho accettato pur sapendo di fare dispiacere a Lei, ma è bene che Ella sappia come stanno le cose, e mi voglia perdonare.

La penso bene, giovane attivo al suo lavoro.

Voglia gradire i miei saluti devoti rispettosi.

Suo

Renato Brozzi

Roma 30 Agosto

1930




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 118, p. 100

Mio Carissimo Comandante –

Trovandomi di passaggio ho pensato di portare questi due porta sigarette uno d’argento uno d’oro, naturalmente se Ella li troverà di suo gradimento –

Sono stato a Parma. Cornelio Guerci mi incarica di salutarla tanto.

Sono qui con quell’amenissimo tipo Parmigiano che ci parlai l’ultima volta che fui da Lei.

Voglia gradire i miei saluti ed i miei auguri –

Devotamente

R. Brozzi

Il Vittoriale

2 ott. 930




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 120, p. 102

Mio Carissimo Comandante –

Ella mi perdonerà se non ho risposto subito dopo che mi fu consegnato ieri la sua carissima lettera. Non ho pensato sul momento, che Ella avesse così premura che io le segnalassi quale dei due fosse quello d’oro. Quello della gazzella prona.

Grazie dell’acconto che Ella mi ha unito e cioè di L. 10.000

(quattro e sei) che aggiungo al resto dei nostri conti.

Le manderò al più presto altri Galletti e bottoni Elefantiadi d’oro.

A Roma ho anche pensato di farle una spilla coll’Elefante e

cartiglio col motto virile.

Della scatola d’oro dall’Aquila Combattente esposta a Venezia ‘, è ancora libera e mi riservavo fargliela avere alla chiusura della Esposizione per un prezzo inferiore a quello segnato; ma se Ella desidera che io faccia mettere il cartellino, venduta a Lei posso ridurre il prezzo a L. 4.000. lietissimo del nuovo onore che mi procura.

Dal Corriere della Sera di ieri leggo che il premio maggiore di L 5.000, per la mostra dell’orafo a Venezia, è stato diviso con me e con Guido che Ella conosce.

Penso se Mastro Paragon Coppella avesse mandato, avrebbe

ottenuto il massimo successo.

Certo è che io ho mandato per puro atto di presenza.

A Roma che conto di giungervi presto mi metterò all’opera per i quattro anelli Aquilini e procurerò di trovare il rubino più intenso.

Da Orafo esperto Ella saprà, che quasi sempre si aplica alla pietra una foglia per ottenere intensità di colore. Negli ultimi avevo ottenuto l’effetto desiderato ma che però mi si è distrutto nell’ultimo bagno che si dá all’oro per renderlo colorito.

Con questi altri farò di tutto perché non si ripeta il guasto.

Penso sempre al motivo per il Cane e già ho fatto molti studi.

L’amico illare Parmense la ringrazia della frutta e dei dolci e ieri stesso è ritornato alla città colle sue macchine fotografiche, non deluso ma felice solo per aver sentito solo la Sua vicinanza….

Le mando tanti saluti e tanti auguri

Devotamente Suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

3 ott. 930




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 123, p. 105

Mio Carissimo Comandante

Ho avuto a mezzodi la sua lettera, e la ringrazio del contenuto.

Ho scritto subito a Venezia al segretario dell’Esposizione per

l’acquisto del porta sigarette d’oro, fatto da Lei per il prezzo conve.nuto.

Sarà poi cura della segreteria stessa, farle avere subito dopo la chiusura dell’Esposizione, ai primi di Novembre, l’oggetto.

Non mancherò per quella data occuparmene accioché l’abbia

al più presto.

A Roma le farò l’altro d’oro dalla Gazzella impennata – col motto io ho quel che ho donato, gli anelli Aquilini, e raddoppierò lo sforzo per la realizzazione del Veltro.

Sono contento anche della fine dove taglia ogni possibile discussione togliendomi da continue afflizzioni penosissime per la faccenda Lauro.

Parto questa sera stessa per Milano e domani sera per Roma.

Le invio ancora il mio saluto i miei auguri fervidissimi.

Devotamente

Renato Brozzi

Il Vittoriale

6 ott.

930

Ecco l’indirizzo dell’uomo faceto:

Alberto Montacchini

Borgo San Biagio n. 4

Parma




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 131, p. 111

Mio Carissimo Comandante –

Sono appena arrivato al Vittoriale e le invio il mio saluto accompagnato da alcuni lavori che ho portato con me per mostrarglieli.

Sono le ultime mie cose fatte con quell’ardore caro a noi, con quell’entusiasmo contenuto. Nel caso trovasse qualche dono di suo gradimento, potrà trattenerlo.

Sono tutti d’argento, meno uno, che è d’oro. La Gazzella bizzarra.

Non dispero di vederla; purtroppo oggi sono costretto a ritornare a Parma avendo ricevuto ora, telegraficamente, la notizia triste della morte di un mio caro e bravo zio.

Ritornerò.

Intanto abbia tutti i miei auguri tutta la mia devozione dal Suo

Renato Brosci

Il Vittoriale – 12 – Maggio

1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 134, p. 113

Carissimo Comandante,

Speravo questa mattina di trovare a Brescia il pezzo di lastra

d’argento occorrente per sbalzare la dedica: pur troppo non l’o trovata.

Ritengo opportuno dato che l’Inglese non parte subito, partire io per Roma così il lavoro sarà eseguito più accuratamente dovendo anche accomodare il cofano un poco bistrattato.

L’applicazione della targa richiede, la montatura del veluto interno e rimettere le cerniere più solide e precise.

Sarei di ritorno fra tre giorni coll’astuccio completo come Ella desidera.

La ringrazio infinitamente di quanto Ella mi ha comunicato riguardo al saldo del lavoro che ho fatto per Lei. Lei sa comprendere l’infelicità della nostra miseria quaggiù.

Salutandola devotamente mi creda

Suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale – 17 maggio

1931

P.S.

Mi sono dimenticato nei gironi scorsi mostrarle una testina del bozzetto della Vittoria sulla Nave Puglia. Glie la invio ora nel caso le occorressero qualche riproduzioni per regali, sempre di suo gradimento – posso forni gliele anche montate su di una base in marmo per le spese che non superano le 300 – lire.

Salutandola nuovamente

R.Brozzi




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 135, p. 115

Carissimo Comandante,

Sono arrivato ora e l’astuccio colla dedica è qui sul tavolo nella sala del Mappamondo. Spero di averla accontentata.

Le spille del Galletto, arriveranno domani o dopo domani.

Ora vorrei sapere da Lei, se debbo occuparmi per l’imballag-gio della Coppa e del cofano. Questo lavoro lo farei molto volentieri tanto per non stare in ozio.

Attendo il suo consentimento e la saluto devotamente.

Suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale – 21 Maggio

1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 138, p. 117

Mio Carissimo Comandante

Ho ricevuto la bellissima dedica che è tutto fuoco. Sono già all’opera e credo per questa sera essere a buon punto.

Mi sappia dire se devo ripetere anche sulla coppa, come ieri sera se ne parlò.

Le mando N.° 20 Galletti d’oro come da suo ordine.

Salutandola

Devotamente Suo

R. Brozzi

Il Vittoriale –

25. Maggio

– 1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 139, p. 117

Carissimo Comandante –

Da questa mattina la iscrizione per la Custodia era già pronta.

Ho pensato nel frattempo come fare per inciderla anche sulla

Coppa – e sono venuto a questa soluzione se Ella ben inteso sarà del mio parere e se piacerà a Lei –

Incidere sulla plachetta posteriore al piede della Coppa il nome di

HENRI – SEGRAVE

MCMXXX – data della morte eroica

(Questa provvisoriamente).

Ouando ritornerà l’anno prossimo ancora sul Lago, sostituirei la medesima iscrizione che ora si trova sul Cofano, sbalzarla alla maniera come quella che porta i versi della Rapidità, ed applicarla

nella parte opposta a questa sulla Coppa –

E sul Cofano ripetere – questa della Custodia – per sostituirla a quella dettata in Inglese.

Ora tutto è pronto. Attendo da Lei l’approvazione sua.

Le mando alcuni disegni, come le ho promesso ieri, sulla storiella del Turco. Per la leggenda ho osato comporne una, lasciando a Lei la libertà per gli altri.

Salutandola devotamente

Suo R. Brozzi

Dalla Mirabella

27. Maggio

1931-




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 142, p. 120

Carissimo Comandante.

Anche le fotografie delle targhette con le iscrizioni sono fatte.

Purtroppo dato i lucidi del metallo non verranno come noi pensiamo e bisognerà accontentarci. Anchio sono del suo avviso, e colla sua decorativa scrittura, riportare, sotto alla fotografia della Coppa, dell’Astuccio, della Custodia, le diverse iscrizioni. Ad ogni modo avrà verso le ore 18 – le fotografie così Ella potrà decidere in merito.

Io conto di partire per Brescia alle ore 19 – per raggiungere questa sera Parma. Sono spiacente di non poterla vedere per salutarla e per ringraziarla. Devotamente il mio saluto e sempre ai suoi

ordini

Suo Aff.mo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

31. Maggio

1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 144 p. 121

Mio Carissimo Comandante –

Trovandomi a Parma, a due passi dal Vittoriale, non ho resistito alla tentazione di farvi una piccola sosta, approfittando dell’occasione per consegnare a Lei la scatola d’oro coll’Acquila in volo che porta il motto «più alto e più oltre» già commessami da Lei.

Ho con me, un pezzo d’argento lavorato alla maniera antica, e siccome sò la qualità dell’opera, mi sono permesso di portarglielo perché lo veda; e nel caso le piacesse lo potrà trattenere.

Fra le Acquile mi è sfuggito nella valigia anche un pulcino mi perdonerà del contrasto e della domestichezza…

Domani qui con Gian Carlo compileremo il vero conto delle mie consegne perchè Ella possa prender [n]e visione.

Non so se devo illudermi di poterla vedere, mi sarebbe oltremodo caro. In tutti modi, voglia gradire i miei auguri e devotissimi saluti

dal Suo

Renato Brozzi

dal Vittoriale

30 Giugno 1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 147, p. 125

Mio Carissimo Comandante.

La sua deliziosa lettera mi ha riempito di gioia e di speranza.

Contavo di rispondere a voce alle sue domande riguardo al Culatello, con due TT o con una T. Nell’attesa mi sono innamorato di un gruppo di giovanissimi anatrotti (giallo zafferano) e senza indugio mi sono messo a ritrarli. Se non che, rovistando negli angoli remoti del Vittoriale, ho trovato nel suo Covo una Tacchina dal piumaggio opalino con grigi deliziosi, inarrivabili.

Ho fatto quel che ho potuto, ma disgraziatamente ho reso ben poco. Glie la invio, riservandomi di inviare anche un paio di anatrotti.

Ecco la nota che avevo preparato dall’altro giorno, perché Ella la veda.

Spero ancora di poterla vedere prima della mia partenza.

Tanti saluti devoti

Suo

R. Brozzi

Il Vittoriale

4.VII 1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 148, p. 126

Mio Carissimo Comandante.

Debbo rientrare a Roma nel mio studio, e se Ella non mi vorrà trattenermi, conto di partire questa sera stessa.

Le ho mandato alcuni studi fatti a pastello in questo frattempo di alcuni suoi animali, «anatrotti e due anitre». Non sono malvagi, così ho pensato di inviarle, anche per dimostrarle che il mio tempo non l’ò perduto inutilmente.

Questo mio biglietto non vuole essere che una parola di saluto e di augurio. Sò quanto sia travagliato, specie ora col nuovo dolore per l’augusta persona scomparsa

Attenderò ancora qualche suo ordine se Ella crederà; diversamente partirò.

Tanti Saluti devoti e mi creda Suo

Obbmo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

6.VII.1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 149, p. 127

Mio Carissimo Comandante

Approfitto di Gian Carlo per inviarle la piccola riproduzione della testa della Vittoria, Nave Puglia, con le applicazioni delle frecce e delle iscrizioni come ebbe a suggerirmi.

Sono due, una montata su base di rosso antico, l’altra senza.

Mi sapprà dire se preferirà all’una od all’altra maniera, perché ne ho già pronte di nuovo disegno di altri marmi colorati.

L’oggetto, come vedrà, è rifinito tutto di cesello con dorature a fuoco come si usava nel bel tempo antico.

Le ho preparato anche alcune scattole d’argento, per porta sigarette, che porterò io stesso, presto da sc[e]gliere, se trovasse qualcuno di suo piacimento.

Con viva gioia ho appreso da Gian Carlo della sua salute fervidissima e della sua fecondità sempre giovanile.

Ne abbiamo bisogno… siamo tutti in ansia di nuove rivelazioni di bellezza che porti un poco di luce a noi miseri travolti in queste fittissime tenebre…

Le mando tutti i miei saluti devoti tutti i miei auguri

dal Suo Dev.mo

Renato Brozzi

Roma 9 – sett.

1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 150, p. 128

Carissimo Comandante

Arrivo ora da Parma e nell’inviarle il mio devoto saluto, le mando un Culatello Parmense da Zibello e due piccole fusioni a cera perduta.

Unisco alcuni astucci d’argento sbalzati perché Ella s[c]elga se troverà motivi di suo gusto.

In attesa dei suoi ordini

sempre con devoto affetto

Suo Renato Brozzi

Vittoriale – 6 – ott.

1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 152, p. 128

Mio Carissimo Comandante.

Ho avuto questa mattina la sua lettera meravigliosa contenente le cinque mila lire che l’accompagnavano.

Grazie.

Nell’attesa che Ella mi chiami, mi sono messo al lavoro, montando un bozzetto in gesso mandato da Roma, di una nuova Vittoria che ho immaginato per uno dei suoi Pili.

Lo spunto mi sembra buono… Vedrà.

Sviluppandola penso possa riuscire cosa discreta.

Glie la debbo portare?

Le mando tutti i miei saluti.

Devotamente

Suo

Renato Brozzi

Dal Vittoriale

7 – Ott.

1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 154, p. 131

Carissimo Comandante.

Non mi è più possibile rimandare la mia partenza, e con mio sommo rincrescimento debbo lasciare il Vittoriale senza averla veduta dolentissimo anche perché Ella mi aveva scritto che voleva parlarmi di lavori.

Se mi vorrà vedere non avrà altro che mandarmi un telegramma che sarò subito da Lei.

Ho mandato un bozzetto in gesso patinato di una vittoria che io avevo immaginato per uno dei pili del Vittoriale.

Se vorrà farmi avere la piccola testina della Vittoria Navale (quella senza base) glie la rimanderò subito montata sul suo piedestallo che tengo pronto a Roma.

E quante glie ne devo fare?

Mentre la ringrazio della signorile ospitalità in questo meraviglioso posto che colla mia attesa Ella ha voluto prolungare, oso ricordarle Gabriellino che trovai prima di partire da Roma e che fui incaricato di portarle notizie circa la sua salute che è veramente sorprendente.

Non avendo avuto la fortuna questa volta di avvicinarla, le unisco la lettera che Gabriellino scrisse a me perché io le comunicassi.

Spero che Ella mi vorrà conservare la sua benevolenza la sua stima, il suo affetto che mi ha sempre dimostrato, le faccio tutte le mie scuse per il disturbo recatogli tutti i miei auguri e ringraziamenti delle gentilezze che mi ha colmato.

e tanti devotissimi saluti –

Con Ossequio

Dev.mo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

29 – ott. 1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 155, p. 132

Carissimo Comandante

Da Roma ho portato con me questi tre bronzi, invitando Gian Carlo di venirli a ritirare a Parma o a Milano nei giorni del mio passaggio.

Non vedendolo a comparire preoccupato del suo silenzio per la sua salute, mi sono spinto sino qui; e diffatti trovo Gian Carlo ammalatissimo di spirito e di corpo.

Ecco i tre bronzi cesellati e dorati. L’avverto che ne tengo altri due in lavorazione che monterò come questi se a Lei piaceranno.

Sento pur troppo con mio grande dispiacere che anche Lei è ammalato Le faccio i più fervidi voti acci[o] ché possa rimettersi al più presto.

L’avverto che domani ritorno a Roma al mio lavoro.

Sempre pronto ai suoi ordini devotamente La saluto coi più fervidi auguri

Suo

Renato Brozzi

Vittoriale

20-XI-

1931




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 159, p. 135

Mio Maestro e mio Comandante.

Consegno all’amico Antonio Bruers questo pacco contenente la custodietta d’oro dalla Gazzella timida aggiungendo altre cinque dargento compreso l’Elefante condotto dall’amore pregandola di respingermi quelle che a Lei non sembreranno degne.

Attendo pure la custodia per correggere, almeno, l’errore di latino da me dimenticato.

Sono spiacente di non potere unire alcune teste della Vittoria colle nuove basi che in questo frattempo ho studiato. Ella ha pienamente ragione per le altre tanto che io desidero cambiarle sostituendole alla nuova sagoma che spero Ella approverà.

Farò una spedizione a parte, appena pronte.

Nuovamente la ringrazio dell’invio generoso che Ella mi ha voluto fare.

Mi ha risollevato e cosi incoraggiato nel riprendere con lena il mio lavoro.

Ora proprio si può dire che i tempi sono durissimi..

Attendo una sua chiamata; e nell’inviarle tutti miei saluti tutti i miei auguri voglia credermi sempre suo Devotissimo

Renato Brozzi

Parma – 21 Gennaio

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 160, p. 136

Mio Carissimo Comandante.

Le mando per mezzo di Antonio Bruers un’altra testina della

Vittoria Navale accioché Ella possa dare il suo giudizio alla nuova base che io ho disegnato.

Sentivo e capivo che le altre non andavano bene, ma ho fatto per variare.

Ora questa, dopo ripetute prove mi pare si armonizzi col bronzo rendendo tutto l’oggetto massiccio, ed elegante.

Se Ella troverà possibile, sostituirò le altre con questa nuova forma.

Per questo, ho bisogno che Ella me lo faccia sapere per mezzo del buon Bruers.

Ne ho altre già fuse che devo cesellare. Glie ne farò anche d’argento.

Penso alle nuove custodiette con motivi prediletti da Lei. Ho già pronto gli astucci.

La penso in ottima salute e nell’inviarle i miei saluti voglia gradire anche il mio augurio.

Devotamente

Renato Brozzi

Roma 6 – Febbraio

1932 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 161, p. 136

Mio Carissimo Comandante.

Pensando di fare cosa gradita a Lei invio per mezzo dell’amico

Brues alcuni gemelli galletti d’oro che tenevo pronto ed un altro

campione di base con la testina della Vittoria Navale perché Ella si compiaccia di farmi sapere quale il disegno da Lei preferito acciò

io possa sostituire le altre poco adatte.

Nella prossima volta manderò le custodiette d’argento – Ora le

insegne Principesche di bronzo dorato.

Gradisca i miei saluti

Devotissimi

Suo Aff.mo

Renato Brozzi

Roma 6. Marzo

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 162, p. 137

Mio Carissimo Comandante.

Per un puro caso da Milano mi porto a Gardone sempre coll’aspirazione di sentire sue notizie.

Per mezzo dell’amico Bruers le ho mandato assieme ad altre cose, i quattro bronzi dorati per la Sala dell’Angelo che vanno applicati negli spècchi delle quattro porte.

Sono qui e desidererei montarli. E vederla sarà possibile? Per parlargli anche delle basi e delle sue desiderate.

Intanto le mando questi freschissimi Ipopotami presi nel mio ultimo soggiorno Africano che nel sogno ho fatto.

Devotamente la Saluto

Suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

9 – Marzo 1932 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 165, p. 139

Mio Carissimo Comandante.

Ieri sera ebbi dalle mani di Luisa Baccara la vostra’ lettera.

Mi addoloro nell’apprendere la vostra tristezza e faccio voti che l’affetto dei vostri devoti allievino le vostre pene il vostro tormento in questo momento tragico. Voi sentite per tutti e per tutto.

Ho ricevuto le cinque mila lire che sorpassano il mio avere come vedrete dal mio conto? che qui includo.

Sono contento che abbiate apprezzato i quattro vostri trofei.

Sarà mia premura appena a Roma di preparare gli altri, e se crede-

rete possibile, policromati: con argento, oro e bronzo. Gigli d’argento corona e ali d’oro, cordigli di bronzo.

Per l’oggetto di stile femminile attendo vostro desiderio acciò

io possa tradurlo in atto.

In attesa di riabbracciarvi e di comunicarvi cose che vi faranno piacere.

Devotamente

Obb.mo

Renato Brozzi

Dal Vittoriale

Il – III – 1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 166, p.140

Mio Carissimo Comandante.

Mi sono provato a comporre questa mattina la spilla dell’occhio alato che vi mando.

I sette disegni o motivi andranno ridotti a secondo la grandezza che occorrerà. Ho aggiunto altri due di stile Pompeiano, Porta fortuna, che credo potranno servire in certe epoche perniciose.

Mi perdonerete la licenza?

In attesa la Saluto devotamente.

Suo

Renato Brozzi

Dal Vittoriale

13 – III – 1932




ARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 167, p. 141

Mio Carissimo Comandante.

Vi ho mandato le tre serie più la quarta che vi unisco, dei disegni dell’occhio Alato.

Sono spiacente di non potere rimanere più oltre causa impegni che mi chiamano a Roma… Parto questa sera alle ore 19 – riguardo alla scelta del disegno da Voi preferito me lo farete comunicare o a mezzo Maroni o come meglio credete.

Parto con molta gioia per avere avuto questa volta il piacere di vedervi e trovarvi di ottima salute.

Per la Chiesa di Pescara il tempo stringe.’Ora sta in Voi se crederete, prendere provvedimenti opportuni in base al prò memoria della ditta Costruttrice Ing. Rodolfo Stoelcher in Roma Viale della Regina 254.

Con profondo affetto vi saluto e vi ringrazio della vostra gene-rosità.

Sempre ai vostri ordini

credetemi vostro Dev.mo

Obb.mo

Renato Brozzi

Vittoriale

14.III 1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 170, p. 143

Mio Carissimo Comandante.

Contrariamente a quello che vi scrivevo nell’ultima mia nell’in-viarvi altri disegni dell’occhio Alato, ho ripreso di nuovo il tema che pensavo di non potere più riprendere se non da un vostro cenno.

Ed ecco che nell’attesa, ve ne mando ancora altri, per dimostrarvi la mia buona volontà in mancanza della genialità.

Dai giornali ho appreso che fra breve sul Garda vi saranno le gare motonautiche e ho pensato per questa occasione, di fare cosa gradita a Voi, preparando una testina di Vittoria navale in argento, cesellato, dorato e velato che invio oggi al Vittoriale, per mezzo del buon amico Antonio Bruers; con venti scattole di Galletti d’oro e cinque paia Gemelli con Elefanti.

Alla prossima volta manderò qualche scattola per sigarette d’argento che ora stò lavorando; e verrò sul Garda, se potrò essergli utile per quell’occasione. Sono sempre pronto a partire; basterà un vostro cenno. Sarò felicissimo e l’animo mio sarà confortato sentendovi vicino.

Attendo con fiducia; molto più se avrò di ritorno la coppa della pura Velocità, per rimetterla in ordine e nel caso per fare diciture alla piccola testa – ecc.

Vi mando i miei Saluti devoti molti auguri per la Sua a Saluteper la Sua grande Arte.

Devotamente

Renato Brozzi

Roma 30 IV-1932-




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 171, p. 144

Mio Carissimo Comandante.

Da ieri nel pomeriggio sono a Gardone. Oggi nell’inviarvi il mio devoto saluto ed omaggio unisco anche il piccolo bronzo della testina della Vittoria Navale ultimo della serie che avevo fatto fondere montato su [base] di pietra dura; bellissima. Agata d’orata.

Non avendo saputo più nulla dei disegni che a volta a volta vi ho mandato per l’occhio alato penso che a Voi non siano piaciuti e se persiste ancora la vostra idea su questo oggetto desidererei (sa-pere?] se debbo ancora tentare l’impresa, magari con una vostra parola luminosa.

Sono qui a vostra disposizione sempre devoto ed ammiratore.

Renato Brozzi

Vittoriale – 30 – Maggio

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 173, p. 146

Mio Carissimo Comandante

Vi mando per mezzo del Maresciallo Biraghi, i quattro bronzi come Voi, mi avete dimostrato a voce, il desiderio di avere.

Due sono come gli altri, tutti dorati, ed altri due, poligromati: argento bronzo oro. A vostro piacimento potrò policromare anche gli altri se lo vorrete.

Ora credo di avere condotto a termine ogni vostra ordinazione, eccettuato il Cane. Sarò ben felice che Voi non mi lasciate inoperoso e melanconico.

Vi penso preso dal Vostro grande lavoro, bene ed in ottima salute.

Verrò da Voi se lo vorrete.

Vogliate gradire i miei Saluti i miei Auguri fervidissimi e devoti ossequi

Obbmo

Renato Brozzi

Roma – 30 – VI

1932

Via di Villa Ruffo 31 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 174, p. 146

Mio Carissimo Comandante

Arrivo ora da Parma per portarle il mio saluto il mio Omaggio con un poco di frutta secca di mia produzione che troverà, nella scat-

tola che le mando unitamente al Suo Cornelio… dei Guerci, che la ricorda sempre con grande affetto e sconfinato amore.

Unisco pure dei modelli per la spilla dell’occhio alato ed un Elefante da ridurre in piccola spilla se sarà di suo gradimento.

Domani Le manderò altre cose che spero da Voi gradite.

Devotamente La saluto con affetto

Suo Devmo

Renato Brozzi

Vittoriale – 17 ottobre

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 175, p. 147

Mio Carissimo Comandante.

Come le scrivevo ieri sera oggi, le mando il rimanente che dovevo consegnare a Lei e cioè: uno studio su Michelangelo ed uno su Dante; e per farmi perdonare della libertà che mi sono preso, aggiungo due medaglie che ho modellato ultimamente a Roma.

Voglia gradire i miei saluti devoti con i migliori auguri.

Obbmo

Renato Brozzi

Vittoriale

18 – ott.

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 176, p. 148

Mio Carissimo Comandante

Sono molto dolente nel sentire della Sua indisposizione, ma mi consola nel sapere che oggi sta meglio.

Penso che quella frutta secca inviatale non l’abbia trovata ammuffita e che il rimanente l’abbia gradita.

L’avverto che se Ella volesse riferirmi in proposito ai modelli in gesso che le ho fatto avere, resterò sino a domani perché conto di recarmi a Venezia per vedere la Figlia di Iorio, che non conosco, del suo grande Fratello.

In attesa la Saluto affettuosamente

Devotissimo

Renato Brozzi

Vittoriale 20 ott.

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 177, p. 148

Mio Carissimo Comandante

Ella si stupirà se ancora mi trovo qui, ma ho voluto rimandare qualche giorno la partenza perché speravo che Ella dovesse scrivermi sempre al riguardo di quei modellini in gesso che le ho inviato e scritto l’altro giorno.

Ora, sentito il suo silenzio, penso non abbia nulla da dirmi, ne da commettermi; perciò mi preparo a raggiungere Roma al mio posto di lotta per la vita, per lo spirito deviato non poco, per la troppa ignoranza presuntuosa imperante.

A Lei ogni mio augurio di bene buon lavoro e tanti saluti devoti

Suo

Renato Brozzi

Vittoriale –

23 – ott.

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 179, p. 150

Mio Carissimo Comandante

Giorni or sono da Parma l’annunciavo che andando a Roma

sarei passato dal Vittoriale.

Ora sono qui da poche ore e questa volta per poco tempo per inviarle il mio saluto affettuoso ed il mio omaggio.

Sappia che domani dovrò rientrare a Roma causa impegni, nel caso avesse ordini da darmi.

Nell’attesa voglia gradire i miei saluti devotissimi

Obb.mo

Renato Brozzi

Dal Vittoriale

15. Novembre

1932




ARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 181, p. 151

Mio Carissimo Comandante

Ieri nel pomeriggio mentre stavo per inviare il mio comiato, ebbi la sua lettera. Avrei voluto rispondere subito ringraziando se non avessi letto che verso le ore diciotto, forse mi avrebbe chiamato.

Ho quindi atteso.

Mi piace dirle che come ora e come la volta scorsa, sono passato per sentire sapendo che aveva bisogno di me, suoi ordini.

Le Cinque mila lire che Ella mi ha mandato ieri, senza dubbio mi frutteranno nel mio lavoro, e perché si accerti bene dei nostri conti le unisco la fattura ultima perché veda e si persuada della sua piccolissima importanza.

Ora quel che mi addolora è nel sentire della sua persistente tristezza…

Che cosa si potrebbe fare per Lei?

Tutto…

Dei disegni che tolsi delle mie Cartelle di studi e che osai farle un presente, mi onora nel sentire che li ha graditi, come pure la piccola cera dell’amico Guerci –

Ora mi sappia dire se debbo preparare piccoli oggetti per le prossime feste Natalizie o qualsiasi altra cosa che desidera.

In attesa le mando i miei saluti

Devotamente Suo Obb.mo

Renato Brozzi

Vittoriale 18 Nov.

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 183, p. 153

Mio Carissimo Comandante

Approfitto del Maresciallo Biraghi per inviarle un poco di Galletti = Ora, ventiquattro spille =

Ne manderò ancora altri prestissimo con portasigarette d’argento che stò sbalzando. Unirò anche le tartarughette che ora sono in fusione. Ne ho modellate di diverse proporzioni acciochè Ella possa indicarmi la preferita.

Per il tramite dell’On. Guerci mi è giunto in questi giorni queste carti che qui troverà unito, colla preghiera di trovare il mezzo sicuro acciochè arrivino a Lei.

Rimango perplesso nel fare questo atto perché non vorrei darle noie e seccature, ma trattandosi di una lettera della sua riverita

Sorella, ‘ credo di non sbagliare inviandola.

La penso bene in ottima salute fervente nel suo grande lavoro.

Anchio stò benissimo ed ora lavoro con entusiasmo e con gioia.

Voglia gradire i miei saluti i miei auguri ed Ossequi dal

Suo Devotissimo

Renato Brozzi

Roma 14 – Dic.

1932




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 185, p. 154

Mio Carissimo Comandante.

Approfitto per inviarle ancora un poco di Galletti – N° 16 – e due scattole d’argento sbalzate con motivi da Lei richiesti.

Le tartarughette non sono ancora pronte: stò cesellando e siccome ne ho fatto per ben sette motivi di diverse proporzioni accio-ché Ella mi indica la preferita, mi fà ritardare la consegna che avrei voluto farla molto tempo prima,per soddisfare al suo desiderio.

Ho anche in opera altre scattole che spero inviare quanto prima colle tartarughe.

Intanto colle mie scuse voglia gradire i miei auguri per il nuovo anno ed i miei saluti devotissimi.

Con grande Affetto

Suo

Renato Brozzi

Roma 3 Gennaio

1933




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 186, p. 155

Mio Carissimo Comandante

Ho qui le tartarughette fuse in argento e per guadagnare tempo accioché Ella possa avere subito riprodotto il modello che Ella sceglierà, glie le mando per mezzo di Antonio Bruers che credo parta

oggi per Gardone.

Come vedrà sono di pura fusione, staccate appena dal getto.

Ella però dovrà rimandarmele subito, accioché io possa rifinire col cesello indicandomi quelle prescelte per la riproduzione.

L’anellino, quelle da appendere a guisa di ciondolo, verrà fissato in bocca alla tartaruga oppure alle gambe, quella che le tiene congiunte.

Le ripeto di rimandarmele essendo gli unici modelli diversamente

dovrei ricominciare da capo.

Ho tentato ancora di fare disegni per la spilla dell’occhio alato, glie li mando.

Mi sappia dire se debbo fare preparare altri Galletti.

Voglia gradire i miei auguri fervidissimi e saluti devoti

Suo Obb.mo

Renato Brozzi

Roma – 5 – Gennaio

1933




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 188, p. 156

Mio Carissimo Comandante

Arrivo ora per portarle alcuni lavori per Lei, se troverà da scegliere, e per farle vedere una piccola statuetta d’oro raffigurante la Vittoria del Grano, che ho modellato e cesellato per la Confederazione degli Agricoltori da offrire (pare) al Primo Ministro.

Vi ho lavorato con tutta la mia passione e sò che solo Lei può

capirne le qualità ed i difetti.

Troverà nella valigetta anche delle fotografie di un modello di Acquila che ho fatto ultimamente per il nuovo Ponte sul Pescara dedicato credo al Suo Grande nome. Questi modelli misurano più di m. 250. 3Ora che sono qui in pieno fervore; vorrei modellare l’acquila incontrapposto al Leone di Sebenico!..

Vi includo una coppia di medaglie che ho fatto coniare ora per le recenti gare Motonautiche del Trofeo Corrigan. Anche il Conte

Théo Rossi mi incarica di fargliela avere.

La penso bene e non le dico il piacere mio grande se potessi vederla sia pure dal buco della chiave.

La saluto con tutto il mio affetto devoto e riconoscente

Obbl.mo

Renato Brozzi

Vittoriale –

25. Maggio 1933 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 190, p. 158

Mio Carissimo Comandante

La sua tristezza mi addolora profondamente, ma sono sic che l’affetto costante dei devoti operai per alleviare il suo grande giusto tormento che è anche degli umili operanti.

Ho ricevuto sei mila lire e sarà mia premura, come Ella desidera di inviarle la nota domani.

Mi permetta di ringraziarla delle parole sempre generose per la mia opera, che nella Vittoria del grano ho cercato di rievocare nel gesto e nel movimento, la Sua Vittoria del Suo Divino Alcione immortale.

Con Gian Carlo abbiamo parlato e mi ha fatto vedere l’Arca di Milano, sebbene già come da suo ordine abbia studiato il motivo da Lei desiderato prima di definirlo, giustamente come dice è bene vederla.

Mi permetta dirle che io ho veduto un’altra Arca, non retorica, ma viva della nostra epoca di un porfido o di un granito levigato e semplice, come le tombe che Ella mi accennò del Duomo di Palermo.

Attendo con ansia la sua chiamata, mentre stò qui lavorando per modellare una grande Acquila che attende il volo..

Con grande affetto l’abbraccio rinnovandole la mia devozione

e riconoscenza.

Suo Obb.mo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

30 Maggio

1933 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 192, p.160

Mio Carissimo Comandante –

Questa notte ho avuto i suoi Pacchi contenente anche la piccola Vittoria e la sua vivace lettera con L. 4.000 che vi trovai accluso.

La ringrazio infinitamente di tutto e mentre mi addolora il pensiero di non poterla avvicinare per parlare e per apprendere il fuoco necessario per la mia Arte, penso anche possa essere di lieve durata perché nella sua lettera possente che Ella mi ha inviato, sento fra le strutture, un [a] forza che non è di un ammalato, bensi di un Titanico che vive su altitudini a noi vietate; perciò mi conforta anche là, dove mi rivela amarezza e dolore.

Il Suo dire mi ha rivelato il perché del sordo disagio e disgusto che da vario tempo si è annidato nel mio animo che invano tento di liberare.

Il mio riposo di ieri, ha influito sul lavoro di oggi, e mentre mi beavo seduto sul fieno profumato ad ammirare i toni Divinamente grigi, opalini, che si impastavano sul fondo, pensavo alla bella, alla misteriosa pittura argentea della Danea Correggesca, di Villa Borghese per il fondo del suo nuovo Talamo.

Grazie delle sue alte parole e dell’affetto che sempre nutre per

me.

Vorrei provare contracambiare, … ma mi è possibile solo, inviarle tutti i miei auguri fervidissimi e devoti saluti

Suo Obbmo

Renaro Brozzi

Il Vittoriale

16 – Giugno

1933




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 193, p. 162

Mio Carissimo Comandante.

Da Luisa Baccara ho appreso poco fà del suo desiderio di avere alcune fotografie della Tartaruga.

Per caso sono qui pronte, e se ne desidera altre, non ha che farmelo sapere, che io ordinerò altre stampe.

Il mio lavoro di adattare l’Aquila con il Leone alato, è quasi finito; ma come mostrarglielo? Farò fare una fotografia e glie la manderò _

Colgo l’occasione di unire alcune Pasquinate di Padre Ignazio nate all’ombra der Cupolone…

I miei saluti affettuosi ed i miei auguri fervidissimi

Obbmo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

21 – Giugno

1933 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 194, p. 162

Mio Carissimo Comandante.

Le mando queste due fotografie dell’Aquila che ho tentato di modellare a guisa di Leone di Sebenico da contrapporre ad esso nello spazio riservato nella facciata della sua Casa –

Dato la pessima stagione dei giorni scorsi, la fotografia è mal riuscita; in questo caso, serve solo perché abbia un’idea del lavoro accioché Ella possa suggerirmi le modifiche opportune secondo il suo modo di vedere.

Vorrei partire perché atteso a Roma nel mio studio; ma prima desidero avere la sua approvazione

Mi farà sapere qualche cosa?

Le unisco altre fotografie della Tartaruga e quelle della Vittoria fatte fare ora a Gardone.

I miei saluti i miei auguri fervidissimi

Suo Dev.mo

Renato Brozzi

Vittoriale

26.VI –

1933 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 195, p. 164

Mio Carissimo Comandante

Ho atteso una sua parola riguardo all’Aquila Leonina… e nell’attesa ho continuato in questi giorni lavorarci sopra.

Ora sono molto dolente doverle comunicare che non posso più prolungare la mia permanenza qui vicino a Lei essendo atteso già da molto tempo a Roma da alcuni lavori che devo compiere e che non posso più rimandare.

Sò che Ella lavora con fervore; Le faccio i più devoti auguri ed affettuosi di buon lavoro.

A Roma continuerò i studi per il Cane –

Sono sempre pronto ai suoi ordini.

Ringraziandola della sua ospitalità e generosità voglia gradire

i miei saluti affettuosi

dal Suo Dev.mo

Renato Brozzi

Il Vittoriale –

29 Giugno

1933




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 196, p. 164

Mio Carissimo Comandante

Sono qui da ieri. Ho voluto far vedere questo meraviglioso luogo a mia Madre ed alle mie due Sorelle, già da tempo promesso.

Le mando i miei saluti ed assieme a questi, mi permetto di unire alla presente, quattro fotografie ridotte al naturale per l’occhio alato di altri quattro modelli che ho preparato ultimâmente.

Se questi si avvicineranno alla sua immagine, sappia che ho trovato un fabbricante per queste riproduzioni che me li fornirà a prezzi minimi.

Le pietre potranno essere variate nei colori sempre nella asso-

miglianza dell’occhio.

Sono contento, felice di sapere che stà bene, con tutto ciò le faccio sempre i miei fervidi devoti auguri che unitamente ai miei famigliari devotamente La saluto

Suo Obb.mo

Renato Brozzi

Vittoriale 25 – sett.

1933 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 198, p. 165

Mio Carissimo Comandante In questo frattempo di attesa mi sono dedicato alle due piccole volpi del Vittoriale facendone degli studi.

Ne ho poi modellati due motivi in gesso, di fattura sommaria che glie li mando; raccomandandole se le saranno di ingombro, il gesso è fragile quindi facile per distruggerli.

Penso che i motivi dell’occhio alato che le ho inviato ultimamente, non siano di suo gradimento; quindi dopo tante prove e riprove non riuscite, mi convinco che il difetto è nel manico, perciò con mio dispiacere, dovrò rinunciare ad insistere.

Mi accingo a lasciare il Vittoriale avendo prolungata la mia permanenza più del preveduto.

Devo ritornare al mio studio a riprendere la vita penosa e tormentosa per noi Artisti in questo periodo strano e difficile.

Sono sempre a sua disposizione qual’ora avesse bisogno della mia modesta opera e nel farle i più fervidi auguri di buon lavoro di tranquillità e di salute voglia gradire i miei saluti devoti –

Suo Obbl.mo

Renato Brozzi Dal Vittoriale 13 –

ottobre 1933

Link al video YT Ipotesi: https://www.youtube.com/watch?v=i7z0iVdYQtE

Titolo CARTEGGIO BROZZI-D’ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 200, p. 167

Testo Mio Carissimo Comandante

Sono ancora qui a lavorare e domani lascierò il Vittoriale per recarmi a Parma, poi subito a Roma.

Le ho mandato la fotografia dell’Aquila che da qualche giorno

è collocata al suo posto patinata come il Leone.

Porto con me altri disegni di nuove composizioni, che spero realizzare plasticamente nel mio studio, assieme alle altre ordinazioni che Ella ebbe a darmi, quando ebbi il piacere e la gioia di parlare con Lei.

Intanto per la sua sicurezza le unisco l’ultimo estratto dei nostri conti, i miei saluti i miei auguri e tanti ringraziamenti per tutte

[le] gentilezze ricevute.

Devotamente Suo

Renato Brozzi

Dal Vittoriale

23 ott.

– 1933




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 201, p. 168

Mio Carissimo Comandante

Finalmente posso inviarle per mezzo del Tenente Cavaliere Turci una valigetta contenente tutte le pietre che ho raccolto e che ho fatto lavorare in questo periodo, un po’ per Lei e un po’ per me. Come vedrà sono molte e talune di bellezza rara, rara anche perché non si trovano più. Tranne del Lapislazzuli sono tutte ricavate in frammenti antichi che sono andato mano in mano cercando e raccattando a destra ed a sinistra.

Gliele invio tutte, accioché Ella possa scegliere quelle preferite; il rimanente me li rimanderà nella stessa valigetta alla prima occas-sione dovendo io servirmene per crearci piccole sculture.

Troverà qui unito l’elenco delle pietre numerate e corrispondenti al numero, vi ho segnato il prezzo che rappresenta le spese della materia prima e quella della lavorazione.

Ho pronte anche le fusioni delle Volpi montate sulla sua base; e siccome la più piccola, quella in movimento è stata fusa in argen-to’, ho pensato di inviarla a mano dallo stesso Turci per maggiore sicurezza.

Ella che se ne intende!… Come fusore constaterà la freschezza la nitidezza di questa fusione davvero unica; l’altra in bronzo è mi-gliore?.

Vorrei chiederle notizie delle prove che le ho inviato un mese or sono, dell’occhio alato ma temo di non avere anche questa volta colto nel segno. Il suo silenzio me lo conferma?

Sono felice nel pensarla bene e questo pensiero mi è di grande conforto e di premio. La prego quindi di volere accettare i miei auguri i miei saluti devotissimi.

dal Suo

Renato Brozzi

Roma 2 – Febbraio

1934

Via di Villa Ruffo N°

31




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 202, p. 169

Mio Carissimo Comandante Anche ora affido questo mio biglietto alla stessa Volpe, come nell’Ottobre scorso, ma questa in bronzo ed ultimata.

Spero vorrà ammirarne la bellezza del getto, se non quella plastica di sommaria fattura data dal materiale che io ho usato quando la modellai.

Avendo spazio nella cassa mi prendo la libertà di includervi tre piccoli bronzi e se Ella li troverà di suo gusto, la spesa sarà minima – cioè – per il bronzo e per la base.

Diversamente alla prima occassione che avrò di venire al Vittoriale li ritirerò io. Troverà anche una statuetta antica di Bossolo scolpita, che provviene da un museo Cinese.

Credo rappresenti una Deità Guerriera. Mi è parso un pezzo raro che nei nostri musei non si trova; l’occassione buona per acquistarlo mi ha suggerito l’idea di inviarglielo; Lei conoscitore profondo ed amatore squisito. Chiedono Ottocento lire. Anche questa se non la tratterrà la ritirerò io.

Ora non mi resta che ultimare alcune scattole d’argento che ho qui da tempo incominciate e subito glie le spedirò con qualche tartarughetta. Voglia gradire i miei saluti devoti con tanti auguri.

Obb.mo Renato Brozzi

Roma 7 Febbraio 1934

Via di Villa Ruffo 31-

Link al video YT Ipotesi: https://www.youtube.com/watch?v=UeKm3RJf_Uc

Titolo CARTEGGIO BROZZI-D’ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 205, p. 172

Testo Mio Carissimo Comandante

Mi sono preso la libertà di farle fondere alcui campioni del modello che tenevo da tempo infruttuoso ed inoperoso, di Sui Viri-bus Pollens =” aggiungendo nel rovescio •Gabriel Nuncius

M.C.M.XXXIV. Non so se avrò fatto bene, e se avrò sbagliato mi castigherà..

Avendo sottomano un bravo ed economico fonditore per questo genere di fusioni, ho pensato a Lei ed al suo bisogno di donare sempre; credo le potranno servire e glie le invio oggi per mezzo pacco postale.

Sono dieci: due dorati – due argentati e sei di bronzo patinati.

Il prezzo di quelle dorate è di L. 60. luna quelle argentate –

L. 50 – luna e quelle di bronzo L. 40.

Se incontreranno il suo gusto me lo faccia sapere che io glie ne preparerò quanto Ella vorrà.

Presto potrò inviarle qualche spilla dell’occhio alato avendo già da tempo disposto per l’esecuzione ed anche porta sigarette.

E della piccola statuetta cinese scolpita che Le ho inviato a mezzo di Gian Carlo, la trattiene?

Perché se fosse diversamente, la pregherei di volerla riconsegnare a Gian Carlo stesso che io penserei di ritirarla. Ella mi perdonerà se oso scriverle questo, ma la statuetta non è mia, ed il proprietario mi preme e mi aggredisce continuamente di domande..

Nel ringraziarla vivamente voglia gradire i miei devoti saluti ed

auguri fervidissimi

dal Suo

Obb.mo

Renato Brozzi

Roma 6 – Marzo

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 206, p. 173

Mio Carissimo Comandante.

Approfitto della Signorina Jole ‘ in partenza per il Vittoriale per farle avere qualche lavoro che tenevo pronto – e cioè – N° 6 spille d’oro dall’occhio alato; le altre che ho in lavorazione le manderò appena pronte.

Pensando di farle piacere unisco altre medaglie dell’Elefante ed alcune plachette di fusione, sfruttando calchi di alcune scatole eseguite per Lei. Due come vedrà le ho fissate in blocchetti di porfido antico che avevo fatto squadrare, e se questo genere di dono a Lei potrà sembrare utile e pratico, potrò in seguito mandarne altre montate in pietra più belle di colore e più rare.

La spesa sarà sempre minima adeguata alle medaglie dell’E-lefante.

Ora però sono costretto a raccomandarle di strozzare al più presto possibile, quel famoso usuraio Ebreo, come mi annunciava ultimamente se non vuole vedermi strozzato per mancanza di sussisten-za… Ma spero che questa fine me la vorrà risparmiare molto più, che ancora debbo lavorare tanto per Lei.

E la piccola scultura di bosso la trattiene? Perché diversamente penserei io farla ritirare dal Maroni. Ella mi perdonerà ma non è mia.

Verrò presto al Vittoriale e le porterò le scattole che le ho preparato con i porci – gazzelle e compagnia.

Intanto voglia gradire i miei auguri fervidissimi per questa Pasqua ed i miei devoti saluti dal suo Obbmo

Renato Brozzi

Roma 30 Marzo

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 207, p. 174

Mio Carissimo Comandante

Approfitto della venuta del Senatore Alfredo Felici per inviarle i miei saluti ed anche per rinnovarle la preghiera, se Ella ha la possibilità, di inviarmi qualche cosa in acconto sui lavori che le ho fatto e su quelli che stò facendo, essendo pressato da alcuni pagamenti dell’oro che ho preso per questi lavori.

Mi vorrà perdonare se oso scrivere così, ma vi sono spinto dalla necessità e dal desiderio di avere il modo di continuare il lavoro.

Le rinnovo ancora i miei saluti i miei auguri devoti

Con Affetto suo

Obb.mo

Renato Brozzi

Roma – 24 – Aprile

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 208, p. 174

Mio Carissimo Comandante

Arrivo ora dopo tanta esitazione con una valigia, se non è piena d’oro, in compenso troverà alcune cose sue preferite di bronzo dorato, con applicazioni di pietre dure e rare.

Nel suo ultimo telegramma mi accennava che aveva già scelto le piccole basi per bronzetti che avrei modellati appositamente.

Nella valigia ne troverà tre, che io ho completato a mio gusto, di improvvisazione e poi fuse in argento, dorato poi a fuoco alla maniera antica; in maniera che questi pezzi rimangano unici.

Ho portato con me la cera e sono pronto per completare queste sue basi.

In attesa devotamente ha salutato esprimendole tutto il mio affetto la mia devozione

Obbmo

Renato Brozzi

Vittoriale 14, Giugno 1934

Unisco un campione in oro di nuovi gemelli, col Gallo per sapere se saranno di suo gusto, e nel caso affermativo la prego di farmi avvisare se dovrò prepararne; e così pure delle quattro spille dall’occhio alato, che unisco altri due tipi nuovi.

Contenuto della valigia

N° 18- medaglie dorate dall’Elefante

N° 17- Plachette dorate argentate e patinate

N° 17- ferma carte pietre dure e bronzo dorato argentato

N. 4- Spille d’oro occhio Alato

N. 1- paia bottoni per polsi col Gallo (Campione)

N. 3- fusioni in argento a modello perduto e dorato montate su pietre dure.




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 210, p. 176

Mio Carissimo Comandante

Sono contento nell’apprendere dalla sua cara lettera avuta da

Maria questa mattina, che le mie povere cose appartenenti alla valigia

che le ho portato, le abbiano per un momento distolto dai suoi pensieri di tormento.

Non ho quindi sbagliato avendo fatto come ho fatto… anche se la secca

mi abbia inaridito il proposito di fare, trovando il modo di tare con poco egualmente.

Godo nel sentire che le cere perdute hanno conquistato il suo

gusto. Sapevo che non le avrebbe disprezzate, e per questa certezza ho portato con me la cera per improvvisarne subito delle altre, per i blochetti che tiene, dietro sua dettatura. Sono pronto per modellarli, le porterei con me subito a Roma per fonderli nel metallo.

Intanto la ringrazio per il generoso contenuto della pelle di foca «settemila lire» e se avrò la fortuna di essere chiamato e di rivederla le porterò il foglio dei nostri conti così potrà chiarirmi meglio

il suo pensiero.

Ieri ho fatto compagnia a Gian Carlo andando a Milano, ed ho potuto così vedere, sia pure per terra, il contenuto della Mostra Aeronautica che si è inaugurata oggi.

La sua fierezza, il suo disgusto, è pienamente giustificata, in un periodo così sordo ai sentimenti dell’animo e del vero eroismo.

Ma quel che ho potuto constatare, e sono certo che sarà per tutti quelli che tengono un poco di fede, ed un poco di cuore; la parte più viva, la parte più toccante della mostra è quella della Guerra.

E’ la sua grande anima che trionfa su gli uomini virili su gli uomini eroici.

Basta una piccola fotografia di un fatto di un dettaglio per sentirsi invaso dalla ebrezza eroica sino alla commozione… che è sua tutta sua.

La Saletta dove stavano disponendo i preziosi cimegli che Ella ha mandato è sobbria e di gusto.

Nella attesa di essere chiamato le mando i miei saluti devoti

Suo Obb.mo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

16 Giugno

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 212, p. 178

Mio Carissimo Comandante

Dalla sua ultima lettera ho appreso l’impossibilità di vederla; pur rattristato mi sono indugiato ancora per portare a termine alcuni lavoretti che in questo frattempo avevo iniziato.

Mi era caro incontrarla anche per mostrarle la nota di tutto ciò che in questo ultimo periodo le ho inviato, e desideravo con Lei esaminarla e commentarla.

Glie la unisco accioché Ella possa con comodo guardarla.

Conto di partire domani perché devo essere a Roma per lunedì

immancabilmente.

Prima di lasciare Roma ho creduto di ordinare 50 spille d’oro dall’occhio alato quello a guisa di ciclamino, come chiama Lei. Queste col brillante e coll’astuccio il prezzo è del medesimo con Galletto, e cioè in L. 80 – e restante senza astuccio.

L’ordinazione non l’ho pututa passare prima per non crescere il debito che aveva, ma appena a Roma che mi sarò liberato le farò avere le spillette, che a me paiono molto indovinate.

Stà bene? E di medaglie dall’Elefante ne faccio preparare altre?

Decorerò le basette che Ella mi ha inviato con altrettanti ani-mali, come l’architettura del blocchetto stesso mi ispirerà.

Della statuetta di bosso Cinese che non è mia la trattiene?

La ringrazio delle altre tre mila lire che mi ha inviato assieme alla torta ed al soppravino.

La ringrazio di tutta la sua bontà che continuamente mi usa della sua ospitalità e del suo affetto che mi onora e che mi inorgoglisce.

Nell’augurarle ogni bene la Saluto devotamente.

Suo Obbl.mo

Renato Brozzi

Vittoriale

23.V1.1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 214, p. 182

Mio Carissimo Comandante

Ieri le ho mandato un primo Pacco contenente – N. 30 spille con astuccio = N° 20 senza astuccio più N° 10 dall’occhio alato con astuccio N° 4 porta sigarette d’argento sbalzato.

Oggi le invio N° 9 pezzi d’argento dorato a fuoco, delle cere perdute che io ho modellato per le basette che Ella mi ha rimandato. Ve ne sono alcune aggiunte. Come quella sormontata dal Cane e quella del Galletto da rimandarmi nel caso non le piacesse.

Gli altri che tengo a Roma – che sono sette -; le cere già modellate sono in fusione; di massa [?] maggiore e credo, a mio pare-

re, superiore a queste.

Vi ho plasmato un giovane Pegaso, un Elefante, Acquile, piccole e grandi, un nudo di donna e due Damigelle.

Troverà anche le piccole pietre che le accennavo ieri.

Mi auguro di poterla accontentare e la prego di gradire i miei saluti devoti e riconoscenti.

Suo Aff mo

Renato Brozzi

Dal Vittoriale

13 – sett.

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 216, p. 183

Mio Carissimo Comandante

Come debbo ringraziare delle sue belle espressioni, del suo affetto che mi riempie di orgoglio, in questo momento così povero per lo spirito?

Questa mattina al solo suo contatto, mi sono sentito a rinasce ed avere fede ancora in me stesso.

Sono contento che le <> Le siano piaciute, e così le piaceranno le altre che ho modellato a Roma.

Non appena pronte gli le manderò. E le farò avere prima anche il prezzo delle spille dall’occhio alato rifotto questa volta al minimo, per soddisfarlo e per accontentarlo.

Soltanto la ringrazio delle seimila lire che ho trovato accluso e le unisco un libro di un giovane: Nino Carlassare, che trovai in treno venendo quassù. Cronista di carattere Aviatorio. Mi ha pregato di farglielo avere ed io ora glie lo mando con le mie scuse.

Mi auguro che si sia rimesso dai suoi disturbi e nell’attesa voglia gradire i miei Saluti devoti riconoscenti

Suo Aff.mo

Renato Brozzi

Dal Vittoriale

– 15 sett. 1934 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 217, p. 184

Mio Carissimo Comandante

Sono ancora qui in attesa dopo tanto tempo e non posso più ora trattenermi.

Ieri speravo avere una sua conferma quando mi sono visto ad arrivare i cinque pezzi di pietre preziose, con i modelli in cera.

Oso questa mattina chiederle che cose ne debbo fare? Perché gli altri sette pezzi che ho a Roma, per essi sono già pronte le (cere perse) e che spedirò subito al mio arrivo.

Da Gian Carlo seppi che Ella desiderava conoscere i nostri conti

Suo Renato Brozzi

Il Vittoriale 9 – ott.

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 219, p. 186

Mio Carissimo Comandante

La ringrazio della Sua Carissima lettera e delle altre quattro mila lire che la accompagnavano.

Stà bene cosi… Farò quello che potrò pur di accontentare anche in questa maniera il mio Comandante che amo come Ella sa.

Partirò domani mattina all’alba e se Ella non mi farà sapere nulla per quelle pietre che mi ha mandato, vuol dire che me lo dirà quando ritornerò per consegnare le altre che sono già pronte a Roma.

Ringraziandola di tutte le gentilezze della generosa sua ospitalità, voglia gradire i miei saluti e auguri per la sua preziosa salute.

Con devoti ossequi mi creda

Suo Renato Brozzi

Il Vittoriale

10 – ott.

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 221, p. 187

Mio Carissimo Comandante

Non le ho inviato subito ieri sera appena arrivato le, cere perse, che io le ho portato, modellate per le sue basette, perché desideravo che mi rimanesse un ricordo a me facendole fotografare questa mattina.

Pocanzi le mandavo la valigetta contenente oltre alle 6 cere, anche un pacco che mi consegnó a Roma Donna Maria da Consegnare a Lei. Vi troverà pure N° 10 medaglie di bronzo dell’Elefante.

N° 2 porta sigarette d’argento sbalzato – N° 3 plachette gettate in Argento e, un altro pacco non di mia produzione, ma bensì Parmense, pensando che lo avrebbe gradito egualmente.

Resterò pochi giorni solo il tempo per ritoccare una Cosa. La penso in buona salute e nel inviarle il mio Omaggio devoto

la prego di gradire i miei auguri e saluti fervidissimi.

dal Suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

– 5 Nov. 1934 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 223, p. 189

Mio Caro Comandante

Mentre mi accingevo di raggiungere Brescia per riprendere il lavoro del ritocco in cera della Vittoria mi giunge la sua bellissima lettera che mi ha confuso ed esaltato nel medesimo tempo.

Gian Carlo mi aveva parlato della sua tristezza che mi addolo-a, vorrei davvero essere il Consolatore suo colla mia modesta arte e vorrei anche poterla vedere per parlarci ed intenderci.

Debbo rinunciare oggi andare a Brescia? o mi chiamerà più tardi dopo le 18?

Grazie delle quattro mila lire e voglia gradire i miei saluti e devoti Ossequi.

Renato Brozzi

II Vittoriale – 8 Nov.

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 224, p. 190

Mio Carissimo Comandante

Ho terminato ieri sera dopo una lunga lavorata, più del prevvisto, di ritoccare la cera della Meravigliosa Fanciulla di Brescia (La Vittoria) vi ho lavorato con entusiasmo frenetico e mi pareva di sentirmi guidato dalla mano dell’ignoto Artista Grandissimo.

Mi auguro che il getto in bronzo riesca; così potrà constatare quello che le dico.

Ora pregherei Lei di mandarmi via al più presto, facendomi sapere se Ella non può vedermi, che cosa io le debbo preparare. Quale degli oggetti preferisce perché di mia iniziativa, non lo voglio fare.

Dunque o dalla sua Cameriera fidata, o da un suo scritto mi basterà sapere quello che Lei intende che io le prepari che io le mandi.

In attesa le mando i miei Saluti i miei fervidissimi auguri.

Suo Devotissimo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

16 – Nov.

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 226, p. 191

Mio Carissimo Comandante

Come sono contento nell’apprendere che anche Lei è del nostro parere circa alle ali della Vittoria di Brescia!

Ero così sicuro del suo consenso, già da molto tempo espresso in altre occasioni, che io ho persino riempito i buchi che ferivano e deturpavano colle rozze ali, la meravigliosa schiena, facendo continuare il motivo del panneggio primitivo.

Ieri sera tardo ho terminato di lavorarla e come le dicevo oggi, vi ho lavorato con delicata titubanza prima e con uno strano ardore dopo che non mi è facile spiegare ora.

È di un’Arte Perfetta; vi ho appreso tante cose da quel mistero –

Ora speriamo nella bella fusione.

Come mi piacerebbe vederla domani anche se fasciato come una Monaca!

Non dispero, e la saluto tanto ringraziandola del cognach e dei dolcetti che Gian Carlo mi farà dolcificare ubriacandomi.

Devotamente

Suo Renato Brozzi

Il Vittoriale

16. Nov.

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 227, p. 192

Mio Carissimo Comandante

Ho terminato da ieri di riparare e di patinare leggermente il gesso dell’Aurora, che a mio avviso è riuscita ottimamente: come gli altri gessi che mi hanno sottoposto per questa operazione.

E, facendo questo, attendevo la sua chiamata (di farmi trovare alle ore due e mezza nella Sala del Mappamondo) come mi scriveva venerdì scorso.

Il tempo mi è volato e mi accorgo di essermi trattenuto più di quello che potevo.

Domani dovrò partire per Roma immancabilmente, quindi La prego di farmi sapere, o per iscritto o per porta voce, quello che devo preparare.

Troverà qui unito la nota degli ultimi lavori perché ne prenda visione.

La ringrazio del costante affetto e stima che Ella mi fa segno in tante occasioni agli Italiani, come oggi nella bellissima lettera ad Agello.

Ma io sono fierissimo di lavorare per Lei all’ [?] uomo più sensibile che io sappia che io conosca.

Grazie

Attendo fiducioso qualche sua notizia e la prego di volere gradire i miei saluti devoti

Obbmo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

22. Nov.

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 228, p. 194

II Vittoriale 28 D[icembre]

-1934 –

Mio Caro Comandante

Oggi la gioia di vederla e di riabbracciarla fu tale che mi sono sentito paralizzare il pensiero e la mia audacia. Sono rimasto come un vero Baccalà…

Grazie delle sue espressioni continue del suo affetto. Grazie anche del Contenuto.

Domani le scriverò nuovamente.

La Vittoria del Grano che avrà trovato fra i miei pacchi inviati oso, se mi permette, farle un Omaggio.

Come vedrà vi ho cambiato l’attributo.

Ho fatto male incidere i due ultimi versi del Ditirambo primo del suo Divino Alcione?

Attendo rimprovero.

Saluti devoti.

Obbmo

Renato Brozzi




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 234, p. 198

ll Vittoriale – 3 – Gennaio

1935

Mio Carissimo Comandante

Ho saputo in questi giorni che quel piccolo Culatello che le portai l’altra volta che venni, fece ottima figura. Ho pensato così di fargliene avere un’altro un poco più grosso dallo stesso fornitore, me lo permetterà?

Ho avuto oggi notizie di Cornelio Guerci il quale mi incarica di salutarla tanto tanto…

Io partirò domani e se Ella avesse da riferirmi qualche cosa, sarò glietissimo e partirei così, contento.

Le accludo la nota dei nostri conti accioché ne prenda visione; ho cercato di diminuire al minimo in taluni oggetti pur di rientrare nelle spese.

Sento che queto inverno mi sarà più duro del solito perciò la prego nei momenti di maggiore abbondanza, che a Lei non mancano, di pensare anche a me derelitto.

Grazie di tutto quello che mi ha fatto e per quello che mi fà.

Voglia gradire i miei Saluti i miei auguri devoti dal Suo

Renato Brozzi




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 236, p. 200

Mio Carissimo Comandante

Dopo essere stato a Parma per una chiamata d’urgenza, mi sono permesso di passare al Vittoriale per portarle alcuni lavori che tenevo pronto a Roma per Lei.

Come vedrà sono oggetti che Ella desiderava.

Sento con piacere che lavora intensamente e questo mi dà grande gioia.

Resterò questa volta solo un giorno o due al massimo, dovendo essere a Roma per impegni che non posso abbandonare.

Non oso chiederle di vederla.

Gian Carlo mi fà sperare la possibilità di aver risolto la forma per la mia liquidazione del vecchio conto. Di questo le darà Comunicazione.

Voglia gradire i miei saluti devoti.

Suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale – 3 – Aprile

1935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 238, p. 201

Mio Carissimo Comandante

Ho ricevuto la sua lettera e la ringrazio vivamente delle sue parole e dell’adesione al progetto escogitato da Gian Carlo.

Parto contento e felice di sentirlo così bene e così pieno di genio per la sua nuova fatica, così da tanto attesa da tutti.

Sono convinto che farà ancora una volta meravigliare tutti colla sua potenza, colla sua freschezza.

Non è forse il più giovane di tutti?

Al prossimo mio ritorno le porterò altri lavori, altre cere perse che tengo pronte a Roma per le sue basette preziose.

Spero le sarà capitato fra le mani = le Memorie di un Antiquario = di Augusto Jandolo poeta Romanesco Suo grande Ammiratore.

Nel renderle i miei omaggi i miei auguri per il suo lavoro voglia gradire anche i miei Saluti

Devotamente Suo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

6 – Aprile 1935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 239, p. 202

Mio carissimo Comandante

Le mando per mezzo di S.E. Giovanni Rizzo quel poco di bronzo e di Argento che tenevo pronto per Lei.

Poco perché sono sprovvisto di oro già da molto tempo e tutti i miei sacrifici si sono esauriti. Ma ho speranza di rifornirmi un poco, presto e allora porterò altre cose.

La penso bene e spero di poterla rivedere e sentirla presto.

I miei omaggii i miei augurii ed ossequi dal Suo

Devotissimo

Renato Brozzi

Roma 13 – Maggio

1935.




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 241 p. 204

Mio Carissimo Comandante

Sono venuto appositamente per dirle a voce che ho ricevuto finalmente la Somma di L. 30.000 – sul Conto nostro dei lavori consegnati.

Grazie delle sue espressioni felicissimo di poterla rivedere lo abbraccio

Devotamente

Renato Brozzi

Il Vittoriale

3 Giugno

1935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 242, p. 204

Mio Carissimo Comandante.

Ieri sera nella fretta per farle avere la valigietta, non ebbi il tempo di scriverle per inviarle il mio saluto.

Lo faccio ora pensando che mi avrà già perdonato. Penso anche sarà già a conoscenza del contenuto dei Pacchi. Il più leggero mi è stato consegnato a Roma, da Donna Maria prima della par-tenza; e mi auguro che non abbia trovato cocci. Il più voluminoso cioè (il Culatello Parmense) che mi è stato consegnato per Lei dal Com. Dott. Cesare Corbellini di Pieve Ottoville Parma – vicino al Po che pur sapendo di Latino si appassiona con tutte le regole a questa produzione straordinaria.

Poi le mie cerette perdute, che ho decorato alcuni blochetti che Ella mi ha restituiti; come l’agata Calda delle Tartarughette; il dado rettangolare della Gattina in Amore, il tringolo di alabastro completato poi con i tre Marabu ed il resto.

Gli altri li ho messi per mostrarglieli e se non crederà opportuno trattenerli me li rimandi con tutta la libertà che ne avrò piacere.

Ho messo anche medaglie Plachette e due Porta sigarette sbalzati.

Spille d’oro non ne tenevo pronte per le ragioni che già le ho scritto; ma ora posso, ed aspetto da Lei che mi dica quello che le devo preparare perché sono sempre titubante quando devo fare di mia testa.

Non avendo nessuna fotografia per mio ricordo mi vorebbe rimandare per una qualche ora il blocchetto delle tartarughe, la Gattina ed i tre Marabù? Grazie: li attendo.

So che stà bene e che continua a lavorare con grande fervore; questo mi rende felice e contento. Non voglio dirle che mi piacerebbe vederla e non voglio disturbarla, ma la prego di volere gradire l’espressione del mio affetto ed i miei Saluti devotissimi.

Suo Affmo

Renato Brozzi

II Vittoriale 3 Giugno

1935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 244, p. 204

Mio Carissimo Comandante.

Ho terminato ora di leggere il Suo nuovo libro e ne sono stupito col cuore che mi salta in gola dalla gioia dalla Commozzione.

Mi sento un pulcino nella Sistina tanto sono stordito dalla materia cosi ricca, così esuberante, così profonda.

Non si eguaglia allo stesso stile alla stessa musica?

Non è Bibblico l’ampiezza della descrizione, la potenza dell’espressione nello stile scarnito, sapiente, profondo, esuberante come un vulcano in eruzione?

Mi si rinnova la stessa impressione di smarrimento, di annientamento, che provai quando per la prima [volta], voltai il Capo per ammirare la volta sovrumana.

Perdoni a me misero ignorante se oso scrivere queste cose a Lei, che sà e che conosce… Ma non posso frenarmi e proprio ora non so tacere.

Accolga queste mie espressioni con un sorriso di Compatimento.

Sappia però che la mia ignoranza, ha sentito cose arcane, profonde ed umane che mi hanno incatenato davanti a tanto prodigio.

Sarò io degno della pagina che la sua bontà il suo affetto di me ha voluto dedicare?

Come dirle Grazie?

Abbia la mia riconoscenza infinita il mio affetto, la mia venerazione.

Con l’augurio che questa sua nuova primavera sia la più bella

Devotamente mi creda

Suo

Renato Brozzi

Roma 1 – Luglio

1935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 245, p. 208

Mio Carissimo Comandante.

In questo giorno che ricorre il suo leggendario volo eroico gradisca il mio affettuoso e devoto omaggio.

Ho portato con me delle medaglie da Lei richiestami ed ho ordinato le spille dell’occhio del Gallo e dei gemelli.

Le unisco una fotografia con un scialbo [?] disegno di un urna che dovrà contenere la terra delle battaglie dei Campi di Solferino e di Monte Tomba dove il Sangue Italiano e Francese ha segnato l’amicizia indissolubile dei due popoli, che Lei ha esaltato e profetizzato.

A mezzo dei Mutilati Italiani sarà fatto dono al Presidente della Repubblica Francese.

Ora sono qui mandato da tutti mutilati d’Italia per chiedere al primo mutilato d’Italia, due parole da incidere sull’Urna che è di pietra nera del Belgio levigata.

Dietro desiderio dei mutilati stessi hanno voluto che io collocassi sul coperchio del ciborio, la Vittoria del Vittoriale.

La Vittoria è di bronzo dorato a fuoco che poggia su di una scaglia di Diaspro sanguigno.

L’altezza della Vittoria è di 48 cent., il vaso di cent. 60 – Gian Carlo mi riferisce che Ella ha promesso un messaggio alla Francia, penso che questo dono al Presidente della Repubblica, sia propizio per il suo messaggio.

Voglia gradire i miei Saluti

Devotissimi Obbmo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

9 – di Vienna – 1935 –

1934




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 247, p. 210

Per il Comandante

/ da Renato Brozzi /

-13-8-35 –

Mio Carissimo Comandante.

Debbo assolutamente ritornare al mio lavoro per arrivare in tempo utile alla consegna fissata, e domattina alla prima ora Partirò.

Le mando il disegno al vero della Urna sormontata dalla Vittoria.

Nella fascia grande avrei lasciato il posto per la dedica e come da suo desidero glie lo lascio.

Ella potrà se vorrà consegnare la dedica a Gian Carlo che penserà Lui a farmela avere a Roma in tempo per la incisione.

L’Urna contenente le terre di Battaglia Solferino e Monte Tomba verrà consegnata dai mutilati Italiani al Presidente della Repubblica Francese.

Rinnovo i miei ringraziamenti e le faccio tanti auguri per la sua salute per il suo lavoro, felicissimo di averla questa volta veduta cosi in pieno fervore.

Devotamente

Renato Brozzi

Vittoriale

13 – Agosto

1935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 249, p. 212

Mio Carissimo Comandante

Avevo preparato questi pacchetti per Lei e mi promettevo di portarli io a Gardone fra pochi giorni dovendo condurre a Traversetolo mia Madre.

Ma accioché Ella li abbia al più presto li affido a Gian Carlo che la fortuna oggi me lo ha inviato a Villa Strohl-Fern.

Così ho anche saputo da Lui della Sua salute della Sua attività sorprendente facendomi lieto e felice.

Ecco l’elenco dei lavori che le invio:

N° 18- Spille d’oro Occhio Alato senza astuccio

N° 13- Spille d’oro occhio alato con astuccio

4- Galli d’argento placati oro montati su pietre antiche

N° 10- Galli d’argento placati oro su pietre antiche con astucci.

N° 11- medaglie di bronzo = Sui viribus Pollens =

Non ho ancora avuto ne la possibilità, per l’oro, ne il tempo per prepar[ar]ci i due anelli d’oro Aquilini – Ho fatto uno sforzo non comune per prepararci questo che le invio.

Da Parma farei molto volontieri una scappata al Vittoriale ma so che lavora e non voglio disturbarla; ma se nel caso desiderasse farmi sapere qualche cosa basterà che avvisi Gian Carlo che penserà lui a Chiamarmi.

Voglia gradire i miei Saluti devoti ed Ossequi

Obb

Renato Brozzi

Roma 25 – sett.

1935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 250, p. 213

Mio Caro Comandante

Sono di passaggio per poche ore ed ho portato con me il Podesta di Traversetolo colla Sua Signora che desiderano ardentemente visitare il Vittoriale.

Mi sono permesso di portarli io anche per avere il piacere di sentirmi vicino a Lei, vicinissimo in quest’ora…

Gian Carlo mi ha mostrato a Roma il meraviglioso Suo Proemio che è la vera fiamma.

Sento con gioia che sta bene e che lavora con fervore per la grande Arte.

Il mio saluto affettuoso e devoto

Obb

Renato Brozzi

Vittoriale

3 – Ott. 935




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 252, p. 214

Mio Carissimo Comandante

Posso pensare al suo tumulto e fervore in quest’ora, ma non posso immaginarmelo nella Sua vastità, nella Sua realtà.

Oggi vorrei fare una scappata a Venezia per vedere la mostra Tizianesca; subito dopo mi recherò a Roma al mio lavoro.

Con le Cinque mila lire che Ella ha avuto la bontà di inviarmi oggi, avrò agio prepararci altre cose che appena pronto gliele farò avere.

Con Gian Carlo abbiamo avuto una idea: e cioè, ridurre la medaglia «Sui viribus Pollens» della grandezza della medaglia al valore militare aggiungendo l’altro suo motto «Teneo Te, Africa» per la propaganda fides: Seconda gesta di Oltre Mare come da Lei annunciata nella prima che potrà accompagnare il suo comandamento nell’azione.

Gian Carlo mi dice anche che era nel suo desiderio di avere una Croce del Vittoriale a similitudine di quella che le ha lasciato Ruggero Maroni; Quella dei Russi.

Se io potessi vederla potrei foggiarne un’altra sul tipo che potrebbe poi servire per i combattenti Vittoriosi.

Basterà che Ella ne parli a Gian Carlo che io penserò a tutto.

Nel farle i miei auguri e Saluti devoti accolga anche i miei ringraziamenti vivissimi

Devotamente Suo

Obb

Renato Brozzi

Il Vittoriale

5 – ott. 1935 –




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 253, p. 215

Mio Carissimo Comandante.

Da Milano dove mi sono recato per vedere la Mostra della Oreficeria Antica, non ho resistito al desiderio di fare una visita al Vittoriale; e per non venire a mani vuote, ho portato con me l’anello Aquilino d’oro, come Ella ebbi a dimostrarmi di volere l’ultima volta che ebbi il piacere e la fortuna di vederla. Un’altro di Argento e oro ed il resto medaglie grandi dell’Elefante.

Mi sono permesso di portarle, come omaggio un altro pezzo rarissimo di scavo, unico al mondo, deliziosamente bello…

Mi perdonerà?

Troverà anche un album di fotografie di oggetti Romani d’argento che io ho ripristinato alle forme originarie.

So da Gian Carlo che stà bene e questo mi rallegra e mi fà felice.

Le rammento che è da tempo che non ho il piacere di avvicinarla.

Ascolterò la Sua voce e i suoi ammaestramenti anche al di la della sua parete.

Con tutto il mio affetto le mando i miei saluti Ossequiosi

Renato Brozzi

Il Vittoriale 26 – Giugno 1936




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 255, p. 217

Mio Carissimo Comandante.

Partirò domani mattina per Milano per raggiungere Roma alla sera –

Ora le mando con i miei ringraziamenti il mio saluto e l’espressione di gioia per averla veduta così e così bene.

Appena a Roma mi metterò al lavoro, ed al più presto le manderò l’anello Acquilino della misura che mi ha dato. Se vorrà che io restringa il suo, non ha altro che mandarlmelo questa sera che io in meno di pochi giorni potrò farglielo avere.

A Gian Carlo ho lasciato il reso conto dei lavori eseguiti per Lei.

Auguri più fervidi per il Suo Grande lavoro.

E, Devotamente L’ Abbraccio

Renato Brozzi

Il Vittoriale

27-VI-936




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 256, p. 218

Mio Carissimo Comandante

Nel passare, ho pensato di portarle alcuni lavori che Ella mi disse di prepararci e cioè blochetti di pietre antiche con bronzi Argentati e dorati….. ed alcune pietruzze molto belle di colore se le piaceranno, diversamente, me li restituisca che le adopererò io.

Avrei portato anche l’anello d’oro aquilino su la larghezza da-tami, ma pur troppo, causa al Cuore di rubino, per averne uno più intenso e più bello, ho preferito attendere, perché il resto era già pronto.

Vedrà anche due porta sigarette d’argento che vi ho unito.

Sono contento nell’apprendere che stà bene, mi consola e mi conforta.

Qui rimarrò pochissimo dovendo rientrare Subito a Roma.

Voglia gradire i miei saluti devoti ed i miei Ossequi

Suo Renato Brozzi

il Vittoriale

23-8.036




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 259, p. 221

Mio Carissimo Comandante –

Vorrei colla mia fiamma risollevarlo nell’allegria ma anchio la tristezza spesso mi opprime, e più mi tormenta più mi allontano dal mio lavoro.

Parto con molta malinconia non come l’altra volta, che lò vidi così bene..

Le sue parole mi fanno tremare il cuore di commozione, per l’affetto suo per me.

Come posso dirle grazie?.

Farò tutto quello che desidera in brevissimo tempo.

Il motto che vorrà che ci componga il piccolo animale colle foglie in bocca, lo trasmetta quando può al Maroni che io penserò a farlo gettare nel bronzo subito.

Le mando la mia devozione infinita e lasci che io l’abbracci di Grande Cuore

Devotissimo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

28-8-936




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Lettera 260, p. 222

Mio Carissimo Comandante.

Di ritorno da Traversetolo dove sono stato per accompagnare la mia famiglia ho fatto una scappata qui al Vittoriale.

Solamente per sentire più da vicino notizie sue e della sua Salute.

Approfitto così di chiederle il motto che Ella voleva inserire nella formella del piccolo cerbiatto che tiene in terra cotta e per intenderci meglio con Gian Carlo sul motivo da farsi, per le griglie del termosifone.

Conto di partire domani sera per Roma. Mi permetto di unire a questa mia una medaglia, rara opera di Vincenzo Gemito unica riproduzione in bronzo. L’originale [è] rialzato in lastra d’oro da Gemito stesso che io, per una strana combinazione ebbi il modo di farne un calco in ferro e da esso questo bronzo che le mando, con i miei saluti devoti ed i miei auguri fervidissimi.

Obbmo

Renato Brozzi

Il Vittoriale

9 ott.

1936




CARTEGGIO BROZZI-D'ANNUNZIO 1920-1938, Telegramma 266, p. 225

[Telegramma], da Roma, 4/9/1937

[Gabriele d’Annunzio – Gardone Riviera]

Spedisco pacco ferroviario contenente uva di Maccarese sicuro, farle piacere PUNTO Dolente per avere trovato ultimamente ostilita trattenermi con Lei la saluto devotamente

Renato Brozzi